Settore dello spettacolo sempre più in crisi nell’isola. Nel giro di quattro anni i fondi sono stati dimezzati, passando dagli 11 milioni e 30 mila euro del 2011 ai 6 milioni e 900 mila previsti per il 2014. E oggi il COSASS, coordinamento degli organismi dello spettacolo e delle arti sceniche della Sardegna, scrive una lettera ai candidati presidente della Regione per far sentire il proprio grido d’aiuto, e chiedere un intervento immediato dopo le elezioni.
“La legge 18 sullo spettacolo, del dicembre 2006 e mai attuata – si legge nella lettera scritta dal COSASS, coordinamento degli organismi dello spettacolo e delle arti sceniche della Sardegna – aveva il compito, fallito miseramente, di riordinare in modo organico e moderno l’intervento regionale in materia.
Il decreto legislativo 322 di modifica e di avvio dell’applicazione della stessa Legge 18 non è mai arrivato in aula nonostante l’approvazione unanime in Commissione Cultura e nonostante l’ordine del giorno del Consiglio regionale votato anch’esso all’unanimità il 4 maggio 2011 in cui si impegnava la Giunta: a predisporre entro giugno 2011 le proposte di modifiche della legge regionale 18 del 2006 affinché sia effettivamente corrispondente alla complessità della realtà sarda dello spettacolo, agevolmente operativa e sottragga dalla costante precarietà economica e programmatoria le imprese del settore. Ad orientare le proprie competenze di programmazione, coordinamento ed indirizzo così da incoraggiare la creazione artistica e l’innovazione, sostenere l’emergere di nuovi organismi artistici, la circuitazione e la diffusione delle opere, la formazione del pubblico e salvaguardare il lavoro di tutti gli operatori del comparto. A rendere pubblici i dati raccolti dall’Osservatorio regionale dello spettacolo ex articolo 6 della legge regionale n. 18 del 2006. A porre in essere tempestivamente tutte le procedure per rendere disponibili e spendibili i fondi POR-FESR 2007-2013, destinati al sostegno e alla valorizzazione delle imprese legate all’economia della creatività, dell’arte e dello spettacolo. Perché non è stata data attuazione a quanto votato?”
Alcune richieste del settore spettacolo in Sardegna. “Il ripristino delle risorse tagliate in questa legislatura, il recupero delle risorse destinate ai progetti speciali non spesi, il coinvolgimento degli operatori nella stesura dei programmi di utilizzo dei Fondi UE 2014-2020 che eviti i disastri degli anni passati e soprattutto la perdita dei fondi destinati al settore come è avvenuto nel 2007-2013. Il recupero di presenza e di ruolo ai tavoli istituzionali della Conferenza Stato-Regioni dove si elaborano le politiche culturali del Ministero che, in questo momento, sta emanando Decreti di grande spirito innovativo destinati ad incidere profondamente nel settore. Ma anche l’adesione e partecipazione ai progetti in rete tra diversi soggetti pubblici e privati attivati già sul territorio nazionale, lo sviluppo di un serio programma di infrastrutturazione della produzione artistica in Sardegna, per la formazione e per la professionalizzazione degli operatori delle arti sceniche e performative. E la scelta di donne e uomini competenti e con conoscenze specifiche a cui affidare le linee di intervento nel settore sia a livello legislativo (leggi Commissione cultura e Consiglio) sia a livello esecutivo (assessori, staff dell’assessore, ecc.) e infine su Dirigenti e funzionari operativi adeguatamente formati e aggiornati.
E’ ora di invertire la rotta senza indugi. Non si può giustificare ciò che non è giustificabile. E se, in tempo di crisi, anche la Cultura deve fare sacrifici (e noi li abbiamo già fatti) l’impegno che pretendiamo è anche quello di compiere scelte che garantiscano comunque sostegno pubblico e fondi adeguati ai presidii culturali e non al mercato, alla cultura e non all’intrattenimento, alla produzione artistica sarda e non a quella di importazione, al lavoro dei nostri artisti e non ai cachet delle star nazionali e internazionali”.