Passano i mesi e chi ha strappato alla vita il ventenne con una pugnalata è ancora libero. I suoi cari non si arrendono e si moltiplicano le iniziative al fine di invocare giustizia per Marco. Tra queste anche dei sassi colorati lasciati un pò ovunque come nella spiaggia di Baia Cea “perché vogliamo luce in questa buia storia”, per smuovere le coscienze di chi sa e ancora non parla e lenzuola bianche con la scritta inequivocabile che sono apparse in più paesi.
Strazianti le parole scritte da una parente del giovane: “Anche oggi è cambiato nulla, tutto resta fermo, siamo sempre sospesi in quest’attesa infinita, disorientati, ci chiamiamo a vicenda, ci cerchiamo per avere un po’ di conforto l’un l’altro, facciamo in modo di trovare le parole giuste per farci un po’ di forza e purtroppo non riusciamo nell’intento, chiunque cerchiamo della famiglia e’ smarrito, triste, deluso, abbattuto, avvilito e abbandonato, non esiste più il più grande che conforta il più piccolo, i nonni che con la loro saggezza ci fanno sentire protetti e al sicuro, la zia che distrae il nipote, i fratelli, cognati, parenti e amici che fanno di tutto per alleviare il dolore profondo di questi genitori e questa figlia che non si danno pace, che non capiscono perché tutto tace, qui c’è da muoversi, troppo tempo è passato senza nessuna risposta, non ce la facciamo più”.