Stasera, in tutta Italia e anche in Sardegna, si celebra la notte bianca dei licei classici, un’iniziativa per tutelare e rilanciare la cultura classica.
Fratelli d’Italia condivide l’iniziativa e la supporta annunciando una proposta di legge che presenterà in Consiglio regionale per modificare le disposizioni sugli assegni di merito, ora concessi solo a chi studia nelle facoltà scientifiche, affinché siano estesi anche a chi sceglie gli studi umanistici.
Dal liceo all’Università assistiamo a una nefasta contrapposizione tra la formazione umanistica e quella tecnico scientifica, come se l’una escludesse automaticamente l’altra e al contrario non fossero complementari e necessarie per una compiuta crescita delle nostre comunità”, spiega Salvatore Deidda, coordinatore regionale di Fdi-An. “Fratelli d’Italia, da sempre contraria all’idea che solo ciò che ha un’immediata utilità economica abbia valore, riconosce pienamente il valore della capacità logica, della dialettica, dell’apertura mentale e della ricchezza culturale che i licei classici offrono da sempre agli studenti italiani, in una fase storica in cui la piena conoscenza delle proprie radici costituisce la base per poter interpretare correttamente il futuro.”
“Questo è sintomatico della decadenza di questo Paese è il ridimensionamento dei licei classici proprio nella patria della cultura greco-romana e di un patrimonio artistico e culturale unico mondo”, aggiunge Paolo Truzzu, consigliere regionale FdI, che ricorda i suoi studi nello storico liceo-ginnasio cagliaritano Dettori.
“Nella legge regionale, che la nostra proposta intende modificare, vengono esclusi dagli assegni di merito gli studenti provenienti dalle facoltà umanistiche e sociali a favore di quelle tecnico/scientifiche, anteponendo inoltre il reddito al merito per nascondere la riduzione delle risorse stanziate. Riteniamo che non possano essere esclusi gli studenti che scelgono facoltà umanistiche e sociali, poiché si rischia di perdere non solo un immenso capitale culturale e storico, ma anche professionalità costrette ad emigrare, facendo le fortune dei centri culturali stranieri mentre nei nostri vedremmo nominati Direttori provenienti da tutto il mondo, con più titoli ed esperienza nonostante la giovane età”, spiega













