Ancora dubbi sul progetto del nuovo Sant’Elia che con molta probabilità verrà ricostruito già dall’anno prossimo da un misterioso gruppo americano, rappresentato dall’imprenditore Luca Silvestrone, che proprio ieri ha incontrato l’amministrazione comunale per illustrare lo studio di fattibilità del nuovo stadio. A non convincere il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Farris, è stavolta uno dei progettisti, che ieri ha accompagnato Silvestrone nel vertice a Palazzo Bacaredda, Davide D’Arace. Oltre che il progetto stesso.
“Qualche velo inizia a cadere nella misteriosa vicenda che riguarda il futuro dello stadio Sant’Elia – scrive Farris in una nota – Ma più elementi emergono, più aumentano le perplessità e i dubbi. L’imprenditore Luca Silvestrone, è pacifico, tratta con il sindaco Massimo Zedda per conto di un “gruppo americano” ai fini della realizzazione di un nuovo impianto. In occasione della presentazione del progetto, ieri mattina, era presente anche l’autore del piano di ricostruzione. Al tavolo sedeva, con questo ruolo, Davide Antonio D’Arace, che, andando a esaminare il suo profilo Linkedin, pare però non abbia conseguito nessuna laurea in ingegneria. Si evince solo che un titolo accademico dovrebbe essere conseguito nell’anno accademico 2013-2014 presso l’“Università telematica Internazionale Uninettuno”. Insomma, stando alle informazioni che si presumono da lui stesso fornite, D’Arace studia, o ha certamente studiato, per corrispondenza. La speranza, visto che si tratta di colui che dovrebbe essere il capo del team di esperti che dovrebbe disegnare lo stadio del futuro per una squadra di serie A e di una città capoluogo di regione, è che il profilo non sia aggiornato”.
Dubbi anche sul progetto. “Perché nel rendering del progetto – continua Farris – i pannelli fotovoltaici sono rivolti verso nord e verso il basso? Si tratterebbe di un errore marchiano che salta all’occhio di un qualunque professionista del settore. Sembra che per realizzare il rendering non sia stato effettuato alcun sopralluogo preventivo. Si è tenuto conto, nella progettazione di tali pannelli, della loro compatibilità con i vincoli paesaggistici che di certo insistono sulla zona? La realizzazione di strutture ricettive e di ristorazione è compatibile con il vincolo sportivo che grava sull’area in virtù degli accordi che intercorrono tra Regione, proprietaria dell’area, e il Comune di Cagliari? E ancora: si vuole costruire uno stadio decontestualizzato dal resto del quartiere, come sembrerebbe, o i servizi verranno adeguati alla nuova realtà? Questioni, che io sollevo per il bene della città, ma che dovrebbero essere il primo pensiero del sindaco Massimo Zedda, il quale sembra invece disinteressarsene, dimostrando ancora una volta tutta la sua inadeguatezza, non essendo nemmeno a conoscenza dell’identità di chi si cela dietro questo “gruppo americano””.













