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San Sperate, il tragico destino di Nassio: “Un angelo che ora è lassù”

di Fiorella Garofalo
28 Giugno 2017
in area-vasta, hinterland

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Un brutto incidente stradale, dove Ignazio Pinna, di 32 anni, di Orroli, ha trovato la morte. Un impatto violentissimo tra la sua Fiat 600 e un furgone guidato da un anziano 81enne di Sassari, rimasto illeso: una croce, l’ennesima, in quel tratto di arteria della ss.131 al quindicesimo chilometro. Il giovane soccorso dopo l’impatto, morirà poi al Marino, dove i medici hanno tentato l’impossibile per salvargli la vita.

IL DOLORE. La piccola comunità di Orroli, amici, conoscenti, tanta gente che lo conosceva, non si da pace: scorrono le righe nel ricordo, nel dolore, tra le lacrime di chi lo conosceva bene: “Il 20 ottobre del 1984 nacque una persona speciale. Una persona che per via di un brutto incidente stradale avvenuto l’11 di questo mese oggi non si trova più, fisicamente, qui con noi. Un brutto tamponamento, mentre Ignazio Pinna (per tutti gli amici Nassio Nassio) percorreva quella strada maledetta per andare a lavoro ad Abbanoa, ha fatto si che, malgrado i medici abbiano fatto di tutto per salvarlo, stroncasse la sua vita. E’ stato soccorso da un’ex infermiera di Nuraminis della quale non si conosce il nome ma, si vorrebbe dare una stretta di mano e dirle  grazie per essergli stata vicina in quegli ultimi attimi. Ignazio, hai lasciato un vuoto incolmabile qui ad Orroli e non solo. Non scorderò mai quel giorno maledetto quando, tramite una telefonata, seppi dell’incidente – dice Stefania Anedda – rimasi basita, senza parlare per un po’ cercando di afferrare pian pianino ciò che mi era stato comunicato. Non volevo crederci (e non lo faccio tutt’ora). Perché? Perché questo è stato il tuo destino? Così giovane, pieno di speranze e  di sogni come noi tutti. Entrambi, ormai da tempo, vivevamo fuori, per via del lavoro ma questo non ci impediva di rientrare nel nostro paese per aiutare la nostra comunità. E’ stato straziante sapere che quella notizia era veritiera. Il mondo in un attimo si è fermato, pensando a quanto dolore potesse creare tutto ciò. Ricordo ancora ieri quando le nostre madri erano incinte. Tu nacqui esattamente 3 mesi ed un giorno prima della mia sorellina. Siamo praticamente cresciuti assieme, anche perché abbiamo sempre frequentato il gruppo della chiesa. Ma tu e tuo padre Giorgio (che ahimè non c’è più da due anni e mezzo) avete realmente animato di gioia ed allegria questo paese coinvolgendo tutti quanti tramite il teatro e la musica (la tua passione). Ebbene si, la musica era la tua passione. Eri impegnato nel sociale ed in tantissime attività, amato e stimato da tutti.

LA MUSICA, LA SUA VITA. I Palpit Rock-Music era la sua band musicale, dove lui era il vocalist assieme a Ilaria Mulas e i Nomadi il suo complesso preferito. Loro non si consideravano un gruppo musicale ma un gruppo di amici, fratelli, una famiglia: “Eri in grado di trasformare una giornata uggiosa in una super solare – dicono in lacrime gli amici di Nassio – avevi sempre il sorriso ed era impossibile non esser contagiati dalla tua solarità.  Il giorno prima di quel tragico incidente, avevi iniziato il Presepe nella nostra parrocchia, proprio come era solito fare tuo padre, ma non di quei presepi creati con statuine e basta, ma fatto a mano riproducendo luoghi del nostro paese, di quelli che ti stupiscono subito a primo impatto. Quest’anno quel presepe resterà vuoto, perché malgrado venga proseguito il tuo progetto non sarà creato da te. Quanto ci manchi mio caro Nassio tu non puoi nemmeno immaginarlo. Hai voluto raggiungere il tuo adorato babbo troppo in fretta, ma la tua bontà e la tua voglia di vivere resteranno sempre con noi. Malgrado così giovane, avevi già tante “cicatrici” e, malgrado il dolore stavi iniziando a risollevarti alla grande e a riunire tutti i cocci che avevano provocato le tue ferite.  Avevi tanto da vivere e trasmettere a tutti noi, sei stato un esempio di vita, da seguire”.

IL RICORDO. Ieri, tutti eravamo presenti per l’ultimo saluto. Hai commosso tutti. La Chiesa era piena, nessun angolo libero, il piazzale pieno di fiori. Ti amavamo tutti. La tua band era lì: ha suonato per te e tutto il coro con gli amici più stretti hanno unito le proprie voci per farti sentire il loro calore. La Messa era toccante ed in tanti hanno voluto leggere un pensiero per ricordare quale persona straordinaria sia venuta a mancare. Il tempo non era dei migliori, però questo non ha impedito di portarti con rispetto e commozione verso quel “posto” che vorremmo incontrare il più tardi possibile. Minimo tu eri lì con noi ed eri pure arrabbiato perché stavamo piangendo. Ma come potevamo non farlo? Come potevamo sorridere? Impossibile.

L’ULTIMO SALUTO. Tre applausi hanno voluto salutarti. L’uscita dalla Chiesa e quello straziante tragitto, le urla di tua madre….il silenzio, la compostezza, la lunga fila chilometrica. Avrei voluto dirti tante cose, come tutti, ma mi sentivo vuota in quel momento. Quel silenzio nell’accompagnarti era assordante. Non puoi capire in che stato d’animo tu ci abbia lasciati. Alla fine nemmeno le lacrime bastavano per colmare il dolore. Sono contenta di una cosa: una tua collega mi ha contattata e mi ha chiesto di far recapitare a tua madre il suo pensiero ed il tuo pensiero…in questa lettera che io ho consegnato, tra le tante righe c’era scritto….”FAI IN MODO DI FAR SAPERE A SUA MADRE CHE IGNAZIO L’AMAVA COSI’ TANTO CHE NE PARLAVA IN OGNI CIRCOSTANZA DELLA GIORNATA”: questo per far capire a tutti che da te c’era solo da imparare. Sono fiera di aver fatto da portavoce a questa donna ed amica. Non sono state le distanze a non permettere di lasciare un ricordo ai familiari. I tuoi amici hanno organizzato, a seguito del funerale, una bella sorpresa: 500 lanterne rosse nel campo sportivo hanno volato ed illuminato il cielo. Ti abbiamo  mandato un po’ di luce fin lassù per dimostrarti tutto il nostro calore. Tu, a mio avviso, sei sempre stato ANGELO sulla TERRA e occorreva illuminare anche la notte per VEDERE IL NOSTRO ANGELO ANCHE LASSU’….

Ora più che mai, ci stringiamo l’un l’altro per sentire la tua vicinanza. Ti ringrazio per essere stato mio amico, nostro amico. Ora non ci resta di chiederti solo di Proteggerci da lassù e per quanto tu non sia più fisicamente in mezzo a noi, sarai partecipe per ogni evento che ci circonderà, sia che sia il nostro matrimonio, la nascita di un figlio, feste. Questo non è un addio ma solo un arrivederci mio caro Amico. Resterai per sempre nei nostri cuori.

Come hanno scritto molti tuoi amici e conoscenti nella tua pagina facebook io oggi, tra tanti messaggi ne ho scelto uno in particolare:

“E’ solamente un saluto,

una stretta di mano,

nel tuo sguardo profondo

la magia della vita.

E’ soltanto un saluto

ed una lacrima scorre..

tra le note e nei canti

quando triste…pensavi…

agli abbracci paterni.

E’ soltanto un saluto a chi

presto hai lasciato

per quel viaggio infinito.

Ma la vita è un sussurro

un battito d’ali…

E’ soltanto un saluto

di ferite nell’anima

nei ricordi struggenti…

dove eterni vivranno nel profondo del cuore.

Buon viaggio Ignazio”.

 

IO, INVECE VOGLIO RICORDARTI CON UN PASSO DEI NOMADI:

“…Quanti sogni, viaggi, colori, antichi rancori,

e una fantasia, piena di amori,

e sndare contro vento, non è difficile lo sai,

lo è, senza un saluto, casomai….

goodbye, my friend goodbye, goodby, goodby,

my friend…”

Ciao Nassio.

 

Tags: Ignazio Pinnaorrolisan sperate
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