Con il caldo scattano anche i saldi estivi 2017 che in Sardegna inizieranno sabato 1 luglio, con poche
aspettative da parte dei commercianti, la cui speranza è quella di riuscire ad esaurire le scorte e
avere più liquidità. La stagnazione dei consumi, nonostante la rinnovata fiducia di famiglie e imprese
e la lieve ripresa che stenta però a decollare, secondo Confcommercio Sardegna, impedisce agli
esercenti dei settori abbigliamento, calzature e accessori di guardare al futuro con maggiore
tranquillità e prospettiva. L’auspicio è che gli arrivi dei turisti, stimati in aumento anche quest’estate,
possano portare una boccata d’ossigeno all’economia della Sardegna e quindi anche nei settori della
moda, maggioraente interessati ai saldi.
Secondo le stime del centro studi regionale, rispetto allo scorso anno su base regionale potrebbe esserci
un lieve incremento dello 0,2% con una spesa media per famiglia si aggirerà attorno ai 261 euro. Pro
capite nell’Isola si spenderanno circa 119 euro. Il 29,8% dei sardi spenderà sino a 50 euro e il 50,6%
tra i 50 e i 100 euro. Solo il 12,3% spende tra i 101 e i 200 euro, mentre sopra i 200 la percentuale
scende al 7,3%. Si parte subito con percentuali di sconti che vanno dal 30% al 50% ma che andranno
via via incrementando sino alla fine del periodo dei saldi: il 29 agosto.
“Ci attendiamo sostanzialmente un giro d’affari in linea con quello del 2016: la lenta ripresa, la
stagnazione dei consumi, le tante promozioni fuori periodo e il boom degli acquisti on line ‘ a basso
costo e scarsa qualità’ non aiutano a tirare la volata per recuperare i fatturati degli anni pre crisi –
afferma il presidente regionale dell’associazione, Alberto Bertolotti – Continuiamo a chiedere segnali
forti e politiche di sostegno e di rilancio dei consumi nei negozi che stanno abbandonando le strade dei
nostri centri. E’ inoltre necessaria una revisione della normativa sulle vendite promozionali che non
può più essere ancorata ai vecchi schemi del passato. Sollecitiamo quindi regole certe e moderne e più
controlli non solo sul fronte dell’abusivismo, ma anche sulle vendite promozionali. Infine – conclude
Bartolotti – servono i incentivi dedicati al settore, perchè gli strumenti attuali sembrano mettere fuori
gioco le imprese del commercio e dei servizi, che ricordiamo rappresentano l’ossatura economica della
Sardegna.
Variabili che incideranno sulle vendite:
Macro: stagnazione dei consumi; bassi redditi (lo conferma il basso valore medio degli acquisti).
Micro: localizzazione del negozio (grandi centri abitati rispetto ai piccoli comuni dell’interno); ricchezza
dell’assortimento (la scelta fa aumentare la permanenza nel punto vendita); prodotto di marca (è il più
ricercato; si acquista un capo di abbigliamento in meno, ma di marca).













