Referendum, Sanluri volta le spalle a Soru e lo travolge con il No

C’era una volta l’ex roccaforte di Renato Soru: Il Pd crolla nel suo territorio storicamente più favorevole


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Crolla il Partito Democratico nella roccaforte storica sanlurese. Nel paese di Renato Soru, europarlamentare, ex presidente della Regione, ex segretario ma soprattutto tra i fondatori del PD, i dati post-referendari lasciano poco spazio alle interpretazioni. Una sconfitta roboante, ancora più cocente rispetto al resto dell’isola per il SI e per il partito guidato da Matteo Renzi, una bocciatura su tutta la linea, come mai da quelle parti si era vista, almeno da quando il patron di Tiscali decise di scendere in campo nel lontano 2004. Un 73,62 % di NO nell’ex capoluogo del Medio Campidano che fa discutere e che consolida il totale disappunto dei cittadini nei confronti di un partito inerme, immobile rispetto a quelle che sono le esigenze del territorio, e che si conferma come una sentenza definitiva.

L’oramai ex provincia del medio campidano, tra le più povere d’Italia, con l’esito referendario ha dunque voltato le spalle ad una forza politica, ad un uomo da sempre al centro dell’interesse e dell’orgoglio cittadino come Renato Soru, condannando indirettamente le politiche regionali della giunta Pigliaru e di tutti gli esponenti democratici del territorio che la compongono. Ciò che resta è un misero 26,38 %, poco più della metà della percentuale nazionale. Un dato sul quale riflettere, un dato che se rapportato al 46,15 % ottenuto a Sanluri dal Partito Democratico in occasione delle regionali 2014 (nelle quali fu eletto tra le fila PD il consigliere regionale ed ex sindaco di Sanluri Alessandro Collu) risulta quasi dimezzato, un dato che potrebbe avere ripercussioni a livello locale e regionale. Un monito da non sottovalutare quello lanciato dai cittadini per i quali l’affetto incondizionato pare non bastare più.


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