Carnevale è alle porte, prime prove per Sa Ratantira Casteddaia, nel Campidano la carta pesta è tra le mani dei maestri per gli ultimi ritocchi e a Ottana, intorno al fuoco di Sant’Antonio, spuntano, a ritmo e rimbombo di campanacci, le maschere tradizionali locali “Boes, Merdules e sa Filonzana”. Manca davvero poco, oramai, per la festa più allegra dell’anno che, tra balli, musica, sfilate di carri allegorici, suoni e profumi dei gruppi tradizionali si appresta a riempire le vie dei centri abitati. Ieri sera, nel parco dell’Ex Vetreria di Pirri, a suon di tamburi, il corteo de Sa Ratantira Casteddaia si è riunito per le prime prove: “Dopo quasi un anno di silenzio abbiamo ripreso alla grande, un po’ arrugginiti ma sempre carichi” ha comunicato la banda. Simbolo più importante del carnevale cagliaritano, il rimbombo dei tamburi anima le strade del capoluogo sardo come quelle di tutta la zona nei giorni di festa. Nel Campidano, le sfilate dei carri allegorici sono l’attrattiva principale: tanti i gruppi che da mesi modellano la carta pesta per ricreare i protagonisti dei carri colorati e, quest’anno, dopo le prove generali post covid del 2023, si preannunciano cortei con migliaia di maschere, tutto come ai vecchi tempi insomma.
Già 300 gli iscritti per “Fibra Ottica” di San Gavino che festeggia il 30° anniversario. Tornano in pista, tra gli altri, anche i celebri gruppi “Rebus”, Sanluri, e “ElDorado”, Sardara: serate intense dentro i capannoni dove prendono vita i pupazzi, uomini, donne e bambini tutti al lavoro per una tradizione artistica che si trasmette con passione ed entusiasmo. Si lavora quasi tutta la notte nel quartier generale di “Los Bronzetos” di Barumini, dai nuraghi si affacciano i personaggi di Popeye in stile sardo mentre i “Lillo Boys” di Gonnosfanadiga richiameranno i giochi di altri tempi. “Ogni carro allegorico ha un costume di riferimento, che ne anticipa l’estetica e le sensazioni.
Quest’anno il tema Wonderful Toys ci farà vivere il gioco in varie epoche, perché è un mondo a cui l’uomo si è sempre accostato sin da bambino, alcune volte munito solo di un bastoncino di legno e tanta creatività.
Le forme che hanno ispirato il nostro costume vengono da tempi passati, in cui i pochi vestiti di tutti i giorni venivano sostituiti la domenica, con un completo rigoroso, forse troppo adulto, a cui seguiva la severa raccomandazione di non sporcarlo. È con quell’abito che, al rientro a casa, con la fionda in tasca, una vecchia bambola di pezza e gli amici più fidati, spesso le raccomandazioni passavano in secondo piano e in automatico si dipingeva il tessuto scuro di polvere di gessetti e fango, con un sorriso liberatorio sul volto” comunica il gruppo.
Quest’anno ritorna anche il Carnevale Sarrabese a Villaputzu in onore di Ale Masessi, il noto dj scomparso 2 anni fa, che ha accompagnato tante serate e sfilate di carnevale.
Ad Ottana, ieri, grande successo al “S’Ogulone de Sant’Antoni” dove in un viaggio tra sacro e profano si è svolta la prima uscita delle maschere tradizionali del paese. Ancora due settimane, allora, e si partirà con feste e sfilate che dureranno per circa un mese.










