La positività al Coronavirus l’ha scoperta grazie ai test periodici che vengono effettuati su chiunque lavori all’ospedale Marino. Immacolata Corpino, addetta alle pulizie 54enne di Quartucciu, scopre di essere stata contagiata dal virus lo scorso tre dicembre. E da quel giorno inizia un calvario lungo due settimane: “Il riscontro effettivo l’ho avuto il quattro dicembre. Ho mandato tutte le comunicazioni al mio medico di base, che ha subito avvisato l’Ats, dicendomi di attendere la loro telefonata”. Che, però, non è mai arrivata: “Ho chiamato la Protezione Civile, i carabinieri, ma nulla: mia figlia e mio marito sono dovuti restare con me a casa, non sapendo se fossero anche loro positivi o negativi. Tutto perchè non sono mai stati presi in carico dall’Ats”. I giorni passano e il telefono non squilla mai. La donna invia due email-sos all’Ats e fa tantissime telefonate: “Un mare di chiamate, mai nessuna risposta”.
“Ho richiamato il mio medico, avvisandolo della situazione, mi ha detto che non poteva farci nulla. Mio marito non è potuto andare al lavoro, ha dovuto compilare e spedire al suo titolare il foglio di malattia. Solo dopo l’ennesima chiamata, qualcuno si è degnato di aiutarci”, osserva, seccata, la 54enne. “Siamo andati tutti, dopo due settimane, a fare i test alla Fiera di Cagliari. Ma tutto ciò è vergognoso, ci siamo sentiti totalmente abbandonati in un momento di difficoltà”.










