Quartu, in città tanti senzatetto e bisognosi: più fondi per garantirgli un tetto

Centomila euro in più, una variazione urgente del bilancio per rimpinguare le casse delle Politiche sociali. L’assessore Marco Camboni: “Aiutiamo gli anziani in difficoltà e chiunque si trovi in una condizione di bisogno: settanta ospiti nelle comunità integrate e cinque nelle Rsa quando non è possibile garantire l’assistenza domiciliare”


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A Quartu sono aumentati i senzatetto e i bisognosi. Persone di tutte le età, rimaste improvvisamente senza una casa o che necessitano di cure, che si rivolgono agli uffici delle Politiche sociali. La Giunta Milia, con una variazione urgente al bilancio, ha deciso di destinare centomila euro in più. Il motivo? “Viste le richieste pervenute dal dirigente del settore delle Politiche sociali e generazionali, con la quale chiede con urgenza di incrementare il fabbisogno annuale per le rette di ricovero degli adulti, dovuto a nuovi inserimenti nelle strutture di persone senza fissa dimora”. I denari sono in arrivo, lo conferma l’assessore comunale Marco Camboni: “Settantacinque persone sono ospitate nelle comunità integrate, altre cinque nelle Rsa. La casistica è varia, ospitiamo tutti i cittadini in un reale stato di bisogno”, premette, “l’inserimento in comunità rappresenta l’extrema ratio, spesso per persone sole al mondo o che hanno una famiglia impossibilitata ad accudirle. Spesso si tratta di coniugi anziani, uno dei due ha un deterioramento fisico o mentale e allora c’è la necessità di un aiuto”. Ecco perchè l’amministrazione comunale ha deciso di incrementare i fondi.
“Nelle Rsa prevale la vocazione sanitaria, quindi ci finisce chi ha gravi disagi fisici. In comunità, invece, chi ha un livello intermedio o medio-grave di necessità, vuoi per un inizio di demenza senile o per altre patologie”. Il Comune, comunque, sta tenendo sotto controllo il totale dei bisognosi in città e analizzando ogni singolo caso, come da prassi: “La tendenza è quella di accedere ad altre progettualità”, promette Camboni, “come il progetto ‘ritornare a casa’, col paziente che viene reinserito nel nucleo familiare e gli vengono garantiti tutti i supporti medici del caso. La nostra massima attenzione è legata all’inserimento di persone che si trovano in un effettivo e reale stato di necessità”.


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