Rivoluzione nelle mense scolastiche di Quartu Sant’Elena. Dal prossimo anno scolastico non ci sarà più una gestione diretta da parte del Comune che manda in appalto il servizio, ma arriva la concessione al privato che riuscirà a vincere il bando. E che avrà onori e oneri: chi riuscirà a spuntarla, infatti, potrà affidare la gestione ad altri privati, assumendosi anche tutti i rischi del caso. Quali? Il mancato pagamento delle rette da parte delle famiglie, per esempio. In questo caso, sarà possibile anche passare alle cosiddette “maniere forti”, cioè una riscossione coattiva. Per il resto, sarà sempre l’amministrazione comunale a stabilire le tariffe per ogni famiglia, farà sempre fede l’Isee. L’ok alla proposta di deliberazione è arrivata all’unanimità da parte di tutto il Consiglio comunale. “La stazione appaltante che affiderà la gestione dei servizi si assumerà il rischio operativo”, spiega l’assessora comunale alla Pubblica istruzione, Cinzia Carta: “La differenza, per noi, è che anzichè dover accantonare risorse, le libereremo e le destineremo alla collettività”. Questo perchè, in caso di morosità, il Comune non dovrà più scucire un centesimo: sarà compito della società privata passare all’incasso, senza ottenere fondi dall’amministrazione comunale. “Così si andrà anche a decongestionare il lavoro degli uffici. Il concessionario dovrà avere una certificazione di qualità, garantire un menù variabile con piatti anche per chi ha intolleranze o per motivi religiosi. Prenotazioni, conteggio e incasso dei pasti saranno possibili anche con la riscossione coattiva. Non possiamo fare una gestione diretta, non abbiamo risorse umane e materiali”.
E, in parallelo alla rivoluzione per le mense, arriva anche un ordine del giorno, approvato da maggioranza e minoranza, con cinque punti che dovranno essere rispettati: i dati su gestione e presenze, il conteggio dei pasti e la raccolta dei dati legati agli incassi e al recupero delle morosità, anche in maniera coatta, dovrà essere condiviso dal privato con il Comune attraverso un software apposito, per fare in modo che la situazione sia costantemente monitorata. Ok anche agli elenchi delle pietanze multilingue (italiano, sardo e inglese), la garanzia di una “clausola sociale” per i lavoratori, la garanzia far mangiare agli studenti e alle studentesse cibi locali. Ancora: frutta, verdura, pane, pasta, formaggi e carne dovranno essere biologici e provenienti da una filiera corta e non intensiva.












