Ha comprato un’abitazione in via Leopardi a Quartu e, dopo un anno, il Comune ha annullato la concessione edilizia, in sanatoria, che le ex proprietarie dell’immobile avevano richiesto. Così, con quello che si può davvero definire un abuso edilizio grande come una casa, Deborah Puddu ha trascinato l’amministrazione comunale davanti ai giudici. Il suo nome è molto noto in città: imprenditrice edile, nel 2016 era finita ai domiciliari con l’accusa di corruzione per un giro di tangenti che aveva coinvolto anche due vigili urbani e due funzionari quartesi. Ma l’acquisto dell’appartamento finito al centro di una lunga battaglia legale risale al 2009. C’è una delibera della Giunta Milia legata alla vicenda: gli avvocati del Comune consigliano “la presentazione di un controricorso” successivo alla sentenza di Appello, che condanna la Puddu a pagare i danni all’amministrazione comunale, che è stato impugnato dai suoi legali, Alessandro e Federico Melis. La questione è abbastanza intricata e c’è la sicurezza che sarà la Cassazione a dover fornire una risposta, quando sarà, definitiva.
“La mia assistita non ha colpe”, spiega l’avvocato Alessandro Melis. “Non è stata lei a chiedere il condono, ma le ex padrone dell’appartamento. Deborah Puddu aveva già avviato una trattativa con loro e proceduto all’acquisto dell’immobile quando, addirittura un anno dopo, il Comune in autotutela ha annullato la concessione edilizia”. E reso, di fatto, totalmente abusiva la casa. “La Puddu voleva ristrutturarla e rivenderla, forte del condono che, poi, è stato annullato. Abbiamo chiesto il risarcimento dei danni per lesioni dovute all’annullamento di un provvedimento che, inizialmente, era favorevole. Il ricorso in Cassazione il ricorso è già stato depositato”












