Una scultura in pietra, attaccata alla ringhiera che costeggia via Leonardo da Vinci a Quartu Sant’Elena, proprio nel punto dove Paolo Giufarelli, lo scorso venti aprile, ha perso la vita a causa dello schianto tra la sua moto e un Suv guidato da una 26enne, oggi indagata per omicidio stradale, che gli ha tagliato all’improvviso la strada. A realizzarla e metterla sono stati, come spiega la moglie del carabiniere, Patrizia Piscedda, “gli uomini del Battaglione San Marco, i colleghi della missione estera”. Giufarelli, prima della pensione, aveva girato il mondo, sempre da carabiniere, istruendo e formando le nuove leve in vari continenti. Quel maledetto pomeriggio stava andando a fare gli ultimi ritocchi nella casa nuova dove sarebbe andato a vivere con la sua compagna, Patrizia. La giovane al volante della Volkswagen T-Roc ha effettuato una manovra vietata, tagliando in pieno la doppia linea continua.
Al funerale di Giufarelli, celebrato a Cagliari, avevano partecipato più di mille persone. E tutte quante, a esequie concluse, l’avevano accompagnato negli ultimi chilometri, quelli terminati al cimitero di San Michele, dove è stato seppellito il cinquantaseienne.











