A Quartu la maggior parte degli incidenti è frontale o frontale-laterale e avviene negli incroci. A dirlo, ufficialmente, è la relazione del Piano urbano della mobilità sostenibile, con la relazione tecnica fatta dalla Sisplan. Ogni giorno, inoltre 17mila automobilisti lasciano la città per raggiungere Cagliari o l’hinterland per motivi di lavoro o di studio. E nel 73,5% dei casi gli spostamenti avvengono o in viale Marconi o nel lungomare Poetto. Una lunga scia di marmitte in una città dove meno dell’1% utilizza la bici per spostarsi, dati alla mano, e appena il 15 per cento prende i mezzi pubblici, sia quelli urbani sia quelli extraurbani. Percentuale, quest’ultima, che però va letta in chiave generale. Infatti, soprattutto in viale Marconi il 24% dei pendolari utilizza i pullman del Ctm. Il Comune, dal canto suo, vuole potenziare già da tempo i collegamenti ciclabili, e il documento del Pums rappresenta, appunto, un punto di partenza.
Gli esperti hanno rilevato varie criticità, partendo dalla rete stradale: scarsa fluidità della viabilità, soprattutto nel periodo estivo in corrispondenza degli stabilimenti balneari dove a causa della congestione della sosta si creano intasamenti anche sulla carreggiata, scarsa sicurezza agli incroci tra veicoli e agli attraversamenti pedonali, pericolosità legate alla mancanza di adeguati marciapiedi che obbliga a volte i pedoni a camminare sulla carreggiata, scarsa manutenzione delle strade che provoca incidenti, segnaletica verticale abbastanza adeguata mentre quella orizzontale è degradata e a volte non corretta. geometria stradale a volte inadeguata, con le strade troppo strette in alcuni quartieri tipo il centro e molto larghe in periferia, con conseguente difficile lettura degli spazi in carreggiata. E, uscendo dal centro, la situazione peggiora: le strade sono prive di manutenzione e poco sicure, viene registrato uno scorretto utilizzo della sezione stradale a disposizione e spicca una scorretta conformazione di alcune intersezioni. “Infatti, i dati sull’incidentalità evidenziano come più del 50% degli incidenti avviene alle intersezioni, che denota una carenza nella geometria e nella regolamentazione delle stesse”. Situazione da bollino nero anche per il trasporto pubblico locale, utilizzato dal 15% dei quartesi anche perchè non esistono integrazioni tariffarie tra bus e sosta, ci sono problemi di sicurezza e accessibilità delle fermate urbane, specialmente fuori dal centro, i percorsi delle linee sono abbastanza tortuosi, dovuti sia alla necessità di servire capillarmente il territorio sia dalla articolazione dei sensi unici che limitano percorsi più diretti in entrambe le direzioni, il servizio è a bassa frequenza, 40-60 minuti, che disincentiva l’utilizzo del mezzo pubblico. Dai questionari si rileva la richiesta di tariffe più basse e maggiore frequenza e si nota anche che alcune linee sono molto scariche sia in periodo scolastico che estivo.
Capitolo centro storico, Ztl e pedonalizzazioni: per quanto attiene alle zone Ztl, a Quartu Sant’Elena sono molto limitate, come anche le zone pedonali. In generale riguardo alla rete pedonale invece si rilevano marciapiedi con larghezza che risulta spesso inadeguata, carenza generalizzata di rampe e scarsa manutenzione, forte presenza di barriere architettoniche dovute sia alla geometria della rete che all’arredo urbano a volte erroneamente posizionato, pericolosità per la commistione del traffico veicolare e pedonale che a volte non ha spazi dedicati, attraversamenti pedonali non adeguatamente illuminati e senza protezioni rispetto al flusso veicolare e scarsa educazione da parte dei pedoni nel rispetto delle aree a loro dedicate. Per la rete ciclabile, in attesa degli interventi del Comune, la Sisplan osserva una “scarsa manutenzione delle ciclabili esistenti che abbassa il livello di sicurezza, segnaletica orizzontale e verticale a volte assente o degradata, non adeguata risoluzione delle interferenze tra la rete ciclabile e i flussi veicolari, pedonali e del mezzo pubblico, l’assenza di un servizio di bike sharing e servizi legati alla ciclabilità come ciclostazioni, ricariche elettriche, cicloposteggi e officine. Ancora: mancanza di progetti di sensibilizzazione all’uso della bicicletta come mezzo alternativo all’auto che si traduce in un bassissimo indice di utilizzo della stessa. Salvo alcune zone, dove si concentrano le destinazioni, non sono emersi problemi critici di sosta. Si tratta, piuttosto, di una sosta disordinata, talvolta irregolare, che intralcia parecchio la regolare circolazione su alcune strade. Per quanto riguarda la dotazione di sosta rilevata nel quadro conoscitivo prodotto si evidenzia in generale una carenza di aree di parcheggio esterne alla carreggiata a ridosso del centro. una sosta a volte irregolare, che intralcia parecchio la circolazione dei flussi veicolari, del trasporto pubblico e invade lo spazio dedicato alla mobilità dolce, la mancanza di un interscambio tra aree di sosta e mezzi alternativi alla mobilità veicolare e di dotazioni di autorimesse private nel centro che aumenta la domanda di posti auto, oltre alla carenza di controllo che non funge da deterrente alla sosta abusiva.











