Il progetto culturale promosso a Quartu Sant’Elena dall’associazione Elenaledda Vox, con il contributo del Comune, si inserisce nell’ampio ventaglio di attività di ‘Mare e Miniere’. Anche quest’anno intende porsi come spazio di incontro e confronto sui grandi temi del presente, attraverso i linguaggi della filosofia, della poesia, della musica e delle arti visive. Il tema centrale dell’edizione 2025 è la guerra: l’iniziativa con Roberta De Monticelli sarà un’occasione per un’ampia riflessione sui conflitti, sul diritto internazionale, sulla Corte internazionale di giustizia.
Rigore e passione contraddistinguono l’intellettuale pavese, che ha studiato a Pisa, Bonn, Zurigo e Oxford, dove è stata allieva del filosofo Michael Dummett. Ha poi insegnato Filosofia moderna e contemporanea all’Università di Ginevra e Filosofia della persona all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Ha tradotto e commentato per Garzanti ‘Le confessioni di Agostino’ e per Adelphi ‘Osservazioni sulla filosofia della psicologia di Wittgenstein’. Tra i suoi libri: ‘L’ascesi filosofica’ (Feltrinelli, 1995), ‘L’ordine del cuore’ (Garzanti, 2003), ‘La novità di ognuno’ (Garzanti, 2009), ‘La questione morale’ (Raffaello Cortina, 2010), ‘Al di qua del bene e del male’ (Einaudi, 2015).
Attivissima sul fronte civile, De Monticelli collabora anche con quotidiani quali Il Manifesto, Il Sole 24 Ore e Il Fatto Quotidiano, e ricopre il ruolo di membro del Consiglio di Presidenza di Libertà e Giustizia. Recentissima è la sua partecipazione al Peace Summit di Gerusalemme dell’8 e 9 maggio, oltre a numerose iniziative a sostegno della pace.
Nel suo ultimo libro, la filosofa smonta l’illusione di un’informazione neutrale, rivelando i casi di manipolazione, di pura propaganda, e svelando la “nebbia di menzogne” che avvolge gli avvenimenti in presa diretta; il suo è un invito a una presa di responsabilità di fronte alle guerre. Perché è impossibile restare indifferenti quando le questioni del diritto, della sopraffazione e della violenza si misurano con la fragilità della nostra coscienza. E perché quanto sta accadendo in Palestina non è di certo una questione prettamente locale, ma piuttosto un’apocalisse che interessa tutti noi, un ‘nodo’ della storia mondiale che chiama in causa anche la filosofia. In un presente a tratti cieco diventa ancora più urgente fare ricorso al pensiero.
All’origine del suo libro c’è un viaggio reale, di scoperta, che comincia in Israele e nei territori occupati della Palestina al principio del 2023 e prosegue, con la sua riflessione, anche nei mesi seguenti l’eccidio del 7 ottobre di quell’anno. Un’analisi approfondita sul diritto internazionale che passa anche attraverso la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja e sull’accusa di genocidio mossa a Israele.
L’appuntamento è per venerdì 30 maggio, alle 20, presso l’Ex Caserma di via Roma 30. Accompagneranno la discussione le musiche evocative del chitarrista Bebo Ferra e del violoncellista Salvatore Maiore.













