Il dolore e l’angoscia per quello che è incredibilmente successo ieri pomeriggio ammutoliscono e allo stesso tempo indignano: Punta Molentis, una delle spiagge simbolo della costa sud della Sardegna, gioiello di Villasimius, non esiste più. Divorata letteralmente da un incendio che l’ha rasa al suolo, lasciando solo dolore e devastazione. E mentre si cercano i responsabili di questo atto criminale, perché i responsabili ci sono, e mentre si contano i danni con centinaia di auto carbonizzate, esplode inevitabilmente e giustamente la polemica sulla tenuta del sistema antincendi in Sardegna, che evidentemente e clamorosamente continua a non funzionare. I tre canadair in forza alla regione, per esempio, sono tutti di stanza a Olbia: ieri, prima di arrivare e intervenire a Villasimius sono passate due ore. Troppe, per riuscire a evitare il peggio: quando i canadair sono arrivati era già tutto distrutto, e miracolosamente non ci sono stati morti.
E poi: perché in una giornata di maestrale fortissimo, quando si sa bene che il rischio incendi è elevatissimo, con le previsioni note da giorni, non si è messo in moto un meccanismo di prevenzione, per esempio con presìdi già attivi e dislocati e dunque pronti a intervenire in tempo reale?
Tante domande, nessuna risposta. Dalla presidente della regione Todde i soliti stucchevoli spot a 5 stelle, con dichiarazioni a uso esclusivo mediatico e social. “Non faremo sconti agli incendiari”, e ci mancherebbe pure. Ma la macchina antincendi della regione ha fatto un ennesimo clamoroso flop a danno dei sardi, della Sardegna, dei turisti, dell’immagine di un’isola che non riesce a liberarsi di mali antichi che la condannano a un eterno passato.










