Stipendi mai superiori ai 1500 euro, quando va bene. La media è più bassa e sfiora i 1100, con una paga oraria che non sempre raggiunge la doppia cifra. In uno dei periodi più neri per l’economia, con tutti i prezzi alle stelle e nessun atto concreto, da parte delle istituzioni, per invertire la rotta, a Cagliari protestano anche gli infermieri: “Hanno stipendi da fame anche se sono laureati e con specializzazioni. Chi svolge mansioni più basse prende sei o sette euro l’ora, il massimo sono dieci euro. Tra il personale sanitario del Brotzu”, dice Gianfranco Angioni dell’Usb, che ha guidato la manifestazione di protesta contro i rincari proprio nel piazzale esterno del più grosso ospedale sardo. “C’è chi si è già indebitato. Vanno subito alzati gli stipendi, adeguandoli all’attuale inflazione e i contratti fatti tra il 2019 e il 2021 devono essere rinnovati”. Qualche ora fa è stata inviata una lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Chiediamo un suo intervento per dire basta con le speculazioni e con gli stipendi da fame anche del personale sanitario “, prosegue Angioni.
E, se chi lavora in ospedale deve garantire una presenza fisica, chi opera in altri settori può lavorare anche in smart working: “Per tutti loro deve essere garantito un indennizzo per i consumi energetici e un aumento, in busta paga, dei buoni pasto, con una quattordicesima mensilità sempre garantita a fine anno”.









