Anche la XXXI edizione del Premio Giuseppe Dessì a Villacidro si è conclusa. Comunque la si pensi sui premi letterari, sulla loro utilità, sui criteri con cui vengono scelti i vincitori, è stata una bella serata, all’insegna della cultura e della lettura.
Particolarmente accattivante l’incontro mattutino con gli autori finalisti e la giuria al Mulino Cadoni alle 10,30, dove un effervescente Gianni Zanata ha chiacchierato informalmente con i tre finalisti della prosa e della poesia, nell’ordine Cristian Mannu, Edgardo Franzosini, Emanuela Abbadessa e Milo De Angelis, Vivian Lamarque e Franco Marcoaldi. Ciascuno ha raccontato la propria opera, spiegandone gli antecedenti, le motivazioni, i contorni. Opere scelte dalla Giuria, presieduta da Anna Dolfi, che ha sottolineato le difficoltà di una cernita tra centinaia di opere presentate, per una selezione a volte difficile. I libri erano tutti là su un tavolino, parlanti per gli autori: Emanuela E. Abbadessa con “Fiammetta” (Rizzoli), Edgardo Franzosini con “Questa vita tuttavia mi pesa molto” (Adelphi) e Cristian Mannu con “Maria di Isili” (Giunti); a contendersi la palma della vittoria per la Poesia, invece, Milo De Angelis con “Incontri e agguati“(Mondadori), Vivian Lamarque con “Madre d’inverno” (Mondadori) e Franco Marcoaldi con “Il mondo sia lodato” (Einaudi).
Ma folgorante in questa sezione del festival è stata la presenza di Salvatore Settis, vincitore di un riconoscimento speciale, come personalità di spicco: con la sua verve ha animato il dibattito, lui amante della lettura con il proponimento sempre attuato di leggere in successione libri di letterature diverse, per afferrare il mondo, e adesso ha detto che sta leggendo l’Eneide. Una preziosa figura, quella di Settis, che addirittura durante il festival ha letto un inedito carteggio tra Giuseppe Dessì e Delio Cantimori, un professore di Storia di Pisa che entrò in produttiva relazione con lo scrittore di Villacidro.
Alle 18, forse meno coinvolgente, c’è stata la premiazione nella Palestra in via Stazione, gremita di gente, tra cui tutte le autorità di rito, dalla Firino a consiglieri regionali, sindaco e personalità del loco. Un meritatissimo premio per la poesia è andato a Milo De Angeli con Incontri e Agguati, una coraggiosa raccolta sulle avversità della vita, vissute dall’autore utilizzando la risorsa della parola, esorcizzando la sofferenza e la morte. Ma belle e molto interessanti sono state le parole degli altri due poeti: Vivian Lamarque con Madre d’inverno e Franco Marcoaldi con Il mondo sia lodato.
Per la prosa, nonostante sia terzo nella classifica dei premiati, ha spiccato ancora Cristian Mannu, il giovane esordiente già vincitore del Premio Calvino e del Premio Letterario “Fondazione Megamark – Incontri di Dialoghi” di Trani, con la sua Maria di Isili, un testo quasi epico che ha stupito moltissime critiche letterarie per la sua novità nel panorama letterario sardo, tra prosa e poesia, in un polisemico gioco di rimandi, molto profondo anche in considerazione della giovane età dell’autore. La giuria gli ha preferito Questa vita tuttavia mi pesa molto di Edgardo Franzosini, un testo difficile da capire per chi ancora non lo avesse letto.
Tutto questo fior fiore di protagonisti della cultura ha confezionato una serata assai piacevole e piena di senso, pur nella imprecisa presentazione della giornalista Natasha Lusenti, con la musica dei Sikitikis e di Chiara Effe. Premiati anche l’inossidabile e onnipresente Giacomo Mameli e il Coro di Neoneli, in un premio speciale che si chiama “Fondazione Sardegna”.
Trentuno edizioni del Premio Dessì non sono poche: i nomi degli autori che si sono avvicendati sul palco di Villacidro sono tanti e molto importanti. La manifestazione è ormai un canone di grande importanza ed orgoglio per tutta la Sardegna e in campo nazionale.












