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“Non mi sono scusato e non ho fatto marcia indietro. Ho dichiarato da subito stavo per dire qualcosa di sopra le righe e scorretto, che stavo per dire una cosa forte e sbagliata. Ma da padre e cittadino mi sento di dire questa cosa. Davanti a una persona che sgozza figlio e madre lo ucciderei, l’80 dei genitori l’ha pensato”. Così Ugo Cappellacci, deputato di Fi, torna sul post di ieri pubblicato nel proprio profilo Facebook. Nel quale aveva dato la disponibilità ad uccidere con le proprie mani l’uccisore di Mirko Farci, il giovane di Tortolì ucciso mentre tentava di difendere la mamma.
“Non ho detto datelo alla folla o linciatelo”, ha aggiunto, “ho espresso un sentimento di pancia. Ho detto che avrei scritto qualcosa di cui mi sarei vergognato. Ma sono stanco del politicamente corretto e sono fiero di essere un uomo con pregi e difetti e ho espresso un sentimento umano comune a tante altre persone. Sembrava che il misfatto fossero le mie prole più dell’omicidio così ho levato il post per evitare le strumentalizzazioni.
Se l’avesse fatta un altro non avesse scatenato le stesse polemiche. Molti dei miei contestatori erano politicamente orientati, altri confermavano la mia posizione e incitavano alle torture, ma non volevo scatenare la corsa tra torturatori e perbenisti, ma dare spazio a un mio sfogo.
Mi hanno dato del razzista, ma la condizione di bestia non è determinata dalla nazionalità. Lui non si doveva trovare lì. C’è qualcosa che non va nel sistema. Quello dei femminicidi è un problema serio. Esistono strumenti normativi, si è fatto qualcosa ma non abbastanza. I numeri sono impressionanti”.
Risentite qui l’intervista a Ugo Cappellacci del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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