“La raccolta porta a porta? Una grande cag***, sono di ritorno da Padova, lì ogni cittadino ha il suo contenitore con tanto di scheda e non ce n’è uno per terra. Abito in via Montello, insieme ai chi vive in altre due vie vicino siamo in trecento. Dove li mettiamo i bidoncini?”. A chiederlo, con rabbia, è Franco Loddo. Settantanove anni, carica sulla sua automobile due set di mastelli: dieci contenitori per la rivoluzione dei rifiuti, cinque a famiglia, che sembrano “pesare” come un macigno: “A parte che l’indirizzo che ti danno è sbagliato, al civico 133 di viale Ciusa c’è un negozio di porte. Nella mia palazzina siamo dodici famiglie, i mastelli condominiali dove li mettiamo se non c’è spazio?”. Sant’Avendrace quartiere delle novità, dalle piste ciclabili alla nuova raccolta porta a porta – quest’ultima, nei fatti, riguarda tutta la città -.
Franco è una furia: “Sono costretto a subire questa decisione come tutti i cagliaritani, i ragazzi che escono fuori da una pizzeria giocheranno a calcio con i bidoni. Non c’è educazione civica”. Il Comune prevede e promette una Tari più leggera: “Promesse da marinaio, tra poco siamo nuovamente in campagna elettorale per la città”, dice, sicuro, il pensionato.










