L’artista sardo Nicola Urru ha voluto ricordare così Giulia e il suo bambino mai nato. Una storia che ha sconvolto la nazione intera, un dramma che troppo spesso si ripete ma questa volta ciò che ancora più ha scosso le coscienze è il fatto che la donna portasse in grembo il suo bambino, concepito con il fidanzato-assassino.
“#LoSapevamoTutte una violenza così precisamente riconoscibile e così odiosamente ricorrente che si innesta in mente e corpi di tutte le donne, e le abita” scrive Urru. Tratti psicopatici sono emersi nell’autore materiale del delitto, lui, Alessandro, barman conosciuto che aveva una vita parallela, un’altra relazione con un’altra donna. Tutto poi è venuto a galla: bugie, tradimenti che hanno turbato tanto la giovane che, pare, avesse preso la decisione di lasciare il compagno. Dinamiche che di certo non sono maturate da un giorno all’altro: l’onnipotenza narcisistica di colui che trama affinché tutto sia sempre sotto il suo controllo, le menzogne per giustificare la realtà distorta e le accuse rivolte alla vittima per non prendersi mai le responsabilità delle proprie malefatte. Poi la confessione e la voglia di porre fine alla propria vita, ha sostenuto l’assassino. Per pentimento o per il fatto di essere stato scoperto? La narrativa degli esperti avverte che chi è in conflitto con la mente malata cede solo quando la maschera cade, non perché riconosce effettivamente il male che ha generato.
Impossibile spiegare razionalmente ciò che è accaduto. Ciò che rimane è solo il dolore e la rabbia per due vite strappate, distrutte per sempre e immortalate con la sabbia. Sullo sfondo il mare, le onde proprio come nella foto che ritrae Giulia che guarda il suo ventre gravido, in attesa di tenere tra le braccia quel bimbo che, purtroppo, mai vedrà la luce.











