“La Sardegna ha bisogno di un centrosinistra al governo”. Con queste parole il candidato presidente della Regione per il centrosinistra, Francesco Pigliaru, ha aperto la sua campagna elettorale alla Fiera di Cagliari, accolto da una Sala congressi colma di persone. Sostenitori, simpatizzanti, ma anche molti big degli undici partiti alleati. Renato Soru, Francesca Barracciu, il segretario del Pd Silvio Lai, il sottosegretario Paolo Fadda, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il deputato di Sel Michele Piras, e tanti altri. Presenti anche i giornalisti di Sardegna Uno, in sciopero e con tanto di cartello al collo per portare all’attenzione la loro vertenza che dura da mesi contro i vertici dell’emittente.
Il primo incontro di Pigliaru con gli elettori é stata l’occasione per fare il punto sul suo programma, ma anche per sparare a zero sulla Giunta Cappellacci. “Cinque anni – ha spiegato – in cui il centrodestra non ha fatto nulla, anzi ha combinato solo disastri che, peggio ancora, sta cercando di coprire con proposte demagogiche. Disastri certificati: il Pil é diminuito del 7 per cento, sono stati persi oltre 70 mila posti di lavoro, a cui vanno aggiunte le cassintegrazioni. Dieci anni fa diventai assessore al Bilancio con la Giunta Soru, e sono orgoglioso di averne fatto parte. Al tempo subentrai proprio a Cappellacci, assessore nella precedente legislatura, che aveva lasciato una situazione disastrosa: 370 milioni di debiti con fondi europei a disposizione e mai utilizzati. Noi abbiamo un’idea diversa di Sardegna, e l’isola ha bisogno di un centrosinistra al governo”.
E poi spazio ai pilastri del suo programma elettorale per vincere le elezioni del prossimo 16 febbraio: istruzione, pari opportunità, lavoro, agricoltura, e turismo per citarne alcuni. “Pari opportunità per tutti – ha continuato Pigliaru – le nostre politiche fanno bene alle imprese che vogliono esportare. Spazio alla forza lavoro qualificata, anche quella già nel mercato del lavoro, ma soprattutto dobbiamo preparare e qualificare i disoccupati. Proprio per questo serve puntare sull’istruzione: la Sardegna é una delle regioni con un più alto livello di dispersione scolastica. Serve un piano straordinario dell’istruzione, e occorre affrontare il problema del dimensionamento scolastico. Sul lavoro occorre ragionare sul reddito di sicurezza ai disoccupati per un periodo che serve ad acquisire le competenze per reinserirsi nel mondo del lavoro. Servono nuovi centri per il lavoro, e semplificare la burocrazia delle imprese, ma anche alleggerire la pressione fiscale: cose per cui ci impegneremo sin dai primi giorni di governo. E poi ci dedicheremo al settore dell’agricoltura, dove risultano più importazioni che esportazioni, al turismo e alla cultura. Ma ne parleremo nei prossimi giorni, abbiamo un mese di tempo”. E poi un messaggio agli elettori invitati a presentare delle proposte nel sito attivo da domani, e per sms. “Noi abbiamo idea di quali siano i problemi della Sardegna – ha concluso – ma con i vostri contributi il programma sarà più forte. Dopo una politica di egoismi e privilegi questa é un’occasione di una strategia politica che abbia coraggio di guardare al diritto del bene comune”.