Due inchieste giudiziarie per fare luce sulla catastrofe provocata dal ciclone Cleopatra. Una è stata aperta dalla procura di tempio Pausania per disastro colposo, l’altra da quella di Nuoro, per omicidio colposo. Inchieste tramite le quali gli inquirenti vogliono vederci chiaro.
Bisognerà accertare se i piani di risanamento previsti nel territorio tragicamente colpito sono stati rispettati e verificare l’eventuale mancata attuazione di misure concrete, relativamente all’allerta meteo. Nel dettaglio, l’inchiesta di Nuoro punta a chiarire se siano state eseguite tutte le opere previste, relative al sistema fognario, a quello delle acque reflue e a quello della manutenzione dei canali.
Tre i fascicoli aperti a Tempio: uno relativo ai tre morti della cittadina, uno per le vittime di Arzachena e uno per accertare le responsabilità delle morti di Olbia. Sedici, in tutto, le persone che hanno perso la vita durante il nubifragio.
La furia dell’acqua le ha travolte, circondate, non lasciando loro alcuna possibilità. Sul registro degli indagati non c’è ancora un nome, ma la magistratura ha chiesto alle amministrazioni coinvolte nella catastrofe i progetti, le delibere e tutto quanto possa consentire agli inquirenti di capire cosa sia successo e perché la situazione sia diventata ingestibile, al punto da uccidere.
L’inchiesta a Nuoro farà chiarezza sulla dinamica in cui è morto l’assistente capo della squadra mobile Luca Tanzi caduto dal ponte Oloè con altri tre suoi colleghi a bordo di un fuoristrada, crollato in località Su Gologone mentre scortavano un’ambulanza. Le transenne sistemate prima del ponte della provinciale 46 potrebbero essere state spostate. nel frattempo in Senato è passato all’unanimità in Commissione bilancio un emendamento alla legge di stabilità che prevede lo stanziamento di 27,6 milioni per l’emergenza in Sardegna. Questa somma si aggiunge a quella stanziata nei giorni scorsi per un totale di 103 milioni.