“Per certi versi”, la poesia invade la città

La poesia esce dai luoghi esclusivi della letteratura per invadere le strade e attività commerciali. Prosegue la terza edizione della rassegna Per Certi versi a Cagliari


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La rassegna porta i poeti di fronte ai ragazzi, entra nei negozi, ferma i passanti per la strada  

 

La poesia esce da scuole e dalle librerie per invadere le strade, le attività commerciali, gli spazi in apparenza estranei. Prosegue la terza edizione di “Per certi versi”, organizzata dall’Associazione culturale “Il Grimorio delle Arti” con il sostegno del Comune di Cagliari. Fuori da salotti e accademie, dai luoghi per gli addetti ai lavori: l’obiettivo della rassegna annuale rimane contaminare la città e chi la abita portando degli stimoli sconosciuti, favorendo degli spunti di riflessione. «La curiosità viene scatenata mettendo in evidenza il senso di ogni azione quotidiana – spiega la curatrice Valentina Neri – o almeno tentando interpretazioni personali per condividere i pensieri di ciascuno con gli altri, lasciandosi trasportare dalle parole emozionate».

Domani, sabato 8 aprile, alle 11.30, i poeti Clara Vajthò e Carlo Molinaro incontreranno i ragazzi dell’Istituto Tecnico Nautico Statale “Buccari”, per guardargli negli occhi e motivarli, raccontando loro senza formalità o troppe nozioni la passione per la letteratura. Alle 18, seguirà il reading poetico dei due autori dentro la macelleria di Walter Vivarelli (in via Bosco Cappuccio 61), concessionario del Bue Rosso del Montiferru per Cagliari e provincia. Alle 20.30, al May Mask (in via Giardini 149), si farà sera con una conversazione ritmata tra loro due e il poeta performer Giuseppe Boy. Chiuderà l’incontro un piccolo buffet.

Domenica 9, invece, ai due ospiti toccherà finire in bella mostra. Alle 11, all’interno della Libreria di via Sulis e della libreria Edumondo, la Vajthò e Molinaro attireranno i passanti dalle vetrine sulla strada per porgere minime letture ai fortunati che si fermeranno. «Poesia è soprattutto condivisione, perciò agli autori sarà concesso solo di aiutarsi con i loro ultimi libri. L’immedesimazione nelle parole altrui raggiunge il compimento quando chi ascolta si abbandona – conclude la Neri – si lascia convincere». Se Clara Vajthò presenterà senza pudore Storie di Cazzo e Figa, scoiattoli e altri amici (2015), Carlo Molinaro svelerà L’effimera commedia (2016), editi entrambi da Miraggi.

 

Nel frattempo, è appena uscita in tutte le librerie della Sardegna l’opera prima di Alessandra Fanti. Dopo anni di scrittura maieutica su di sé, l’autrice ha esordito con La Vita Felice, dando alle stampe Emersioni. La raccolta, che comprende oltre sessanta liriche divise in otto sezioni, è accompagnata dalle note critiche di Rita Pacilio e Gavino Angius. Alessandra Fanti è nata a Cagliari nel 1962. Scrive per necessità, diletto e gratitudine una poesia popolare che, nella semplicità dell’espressione, renda conto delle complessità del sentire e del suo sguardo sull’umano, da sempre interesse primario e ambito della sua ricerca.

«Emersioni è un’opera prima sedimentata e architettonicamente salda, nel suo insieme – ha commentato Angius convincente – un libro, insomma, che da una parte onora la tradizione del canzoniere, dall’altra – ed è un titolo di merito – induce il lettore a domandarsi che cosa venga dopo, quasi che alla chiusa di ogni lirica ci sia un collaudato cliffhanger. Racconto a barlumi, fatto di eccentricità e di scarti, com’è proprio della poesia: Che sono un bell’albero, mi hai detto / che già l’avevo capito / da come mi guardavi mani, dita e unghie».


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