Parla la mamma: “Mio figlio Martin travolto dal bus in viale Diaz a Cagliari, voglio la verità sulla sua morte”

L’aperitivo insieme, poi le ultime parole: “Mamma, vado ad una serata perchè domani ho il giorno libero”. Prisca Nzeyimana non riesce a darsi pace. Il figlio è morto dopo lo schianto di viale Diaz: “Uno dei suoi amici ha detto che il bus stava andando veloce. Martin non c’è più, voglio solo che la giustizia faccia il suo corso”


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Il cuore è sconvolto, la mente è lucida e conserva, quasi blinda, ogni singolo minuto degli ultimi in cui ha visto suo figlio vivo. Prisca Nzeyimana, 60 anni, è la mamma di Martin Remesha Elvis King, il 31enne del Burundi morto dopo essere stato colpito, all’alba di sabato, da un bus del Ctm in viale Diaz. Portato d’urgenza al Brotzu, è morto dopo ventiquattro ore: troppo gravi le ferite riportate, il cameriere e mediatore culturale , che viveva a Cagliari dal 2005, non ce l’ha fatta. Ci sono delle indagini in corso, stando ad una primissima ricostruzione si sarebbe trattato di una tragica fatalità: ad un’amica del trentunenne sarebbero scivolati gli occhiali, Martin si sarebbe chinato per raccoglierli proprio mentre stava arrivando il pullman. Con l’impatto che non gli ha lasciato scampo: “Uno dei due suoi amici ha detto che il pullman stava andando comunque veloce”, dice, a Casteddu Online, mamma Prisca. Mediatrice culturale, in Sardegna dal 2003, ha lottato per fare arrivare anche suo figlio, due anni dopo. Quel re Martin, chiamato oggi così dai suoi tantissimi amici e colleghi, molto impegnato nel sociale e nel settore della ristorazione. “Sinora sappiamo molto poco, ci sono le indagini. Da mamma, voglio solo che la giustizia mi dica esattamente cosa è successo a Martin. Sabato era il suo giorno libero, la sera prima siamo stati insieme per un aperitivo e, poi, mi ha detto che sarebbe andato a fare serata in un locale”. Qualche ora dopo, la tragedia.
È una famiglia distrutta dal dolore, quella di Prisca Nzeyimana. La figlia è tornata subito in Sardegna per aiutarla, “adesso siamo solo impegnati per organizzare il funerale, tanti ci hanno già dato una grossa mano d’aiuto”. E quei tanti dei quali parla la sessantenne sono, semplicemente, esseri umani: sardi o stranieri, non c’è differenza, la stessa filosofia di vita di Martin, adorato dai suoi colleghi e dagli stessi titolari dei bar e ristoranti nei quali ha lavorato, apprezzatissimo nella Caritas diocesana di Cagliari dove, sin dal suo arrivo, ha sempre dato una mano d’aiuto per aiutare tanti stranieri arrivati in città anche alla ricerca di un futuro migliore. Le indagini vanno avanti, la polizia Locale dovrà girare un dettagliato rapporto alla procura, probabilmente un supporto importante arriverà dalle telecamere presenti a bordo del bus del Ctm, con la società di trasporti che si dice “dispiaciuta, porgiamo le più sentite condoglianze alla famiglia e sull’accaduto sono già state avviate tutte le procedure del caso”. Mamma Prisca attende, mentre va avanti l’organizzazione del funerale, che sarà probabilmente nella parrocchia di Sant’Eulalia, di conoscere “la verità. Voglio solo sapere cosa è successo, all’alba di sabato, in viale Diaz”. La certezza è che un bus ha colpito, mortalmente, il suo unico figlio maschio. Se la disgrazia fosse evitabile oppure no, invece, potrà stabilirlo solo un giudice.


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