Paola Turci, #iosonofelice: trionfale chiusura del tour in Sardegna

Si è chiusa nel Cagliaritano la tournee che ha consacrato Paola Turci tra le grandi della musica italiana: il ritmo delle ballate insieme alla profondità dei testi, l’orgoglio un’artista che nel 2016 compirà 30 anni di carriera 


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“Volo nell’anima di queste notti tenere”…Un rock dolce, ma anche graffiante. Trascinante e struggente: tripudio cagliaritano per Paola Turci, che ha chiuso ieri sera in Sardegna il trionfale tour di #Iosono. Forse la tournee che in assoluto l’ha consacrata tra le grandissime della musica italiana: la “ragazza con la chitarra” è diventata un’artista al centro esatto della maturità. Capace ancora di emozionarsi sul palco, una dote davvero rara in un panorama musicale spesso costruito. Il prossimo anno celebrerà 30 anni dì carriera, la piccola e coraggiosa cantautrice che sa unire la dolcezza con la grinta, il ritmo delle sue ballate con la profondità di testi che sembrano poesie.

Paola Turci col suo nuovo album “Io Sono” ha dato una nuova veste alle sue canzoni, e in concerto sembrano perle preziose, come se fossero state custodite per tanti anni per brillare sempre di un nuovo riflesso. Che si rispecchia negli occhi dei fan che la seguono da anni: il suo successo è anche merito dei ragazzi che l’hanno sempre amata, come Paola e Giorgia e tutti gli iscritti del fan club, come quella “transenna” che non ha mai arretrato. Paola però è un’artista che non si è mai fatta contagiare dal facile successo, che ha scelto di mettere in vetrina la sua personalità davanti a tutto. Il pubblico si commuove per “Ti amerò lo stesso” cantata solo voce senza musica, balla e salta con lei durante l’immortale “Bambini”, canta l’orgoglio di “Mani giunte”, raccoglie le inquietudini al suono di “Stato di calma apparente”. Con l’inseparabile Fernando Pantini alla chitarra e una band ormai collaudata, Paola ha chiuso ieri a Decimoputzu uno dei tour più belli di sempre. Diventa magica la versione di “Mi manchi tu”, come se l’aria restasse sospesa davanti ai cambi di tonalità della sua voce. “Sai che è un attimo” è il solito trascinante brano di fine serata, capace di riscaldare  anche chi non l’ha mai vista dal vivo: più di tutte Paola canta l’orgoglio femminile, il carattere e la dolcezza delle donne.

Ed ecco spuntare dal suo repertorio anche “Io e Maria”, la storia di due donne che  non vogliono più nascondersi. Oppure “quel fondo di luce buona”, che forse in radio non è mai passata, ma che rivive nell’ultimo disco come fosse una nuova partenza. Perchè in fondo “è quasi settembre, è un’illusione, il nostro viaggiare e partire, per poi ritornare”..canta Paola scaldando la platea. Gli auguri per il suo compleanno si mescolano alle emozioni di fine tour, con i fonici sul palco insieme ai musicisti. Al ritmo incalzante di “Saluto l’inverno”, per gridare la voglia di non risparmiarsi mai. La musica che toglie i pensieri con un enorme, inconfodibile leggerezza.

Mai come nell’ultimo anno è riuscita a dare tutta se stessa, prima con un libro che racconta la sua vita, poi con il disco della sua vita. Il suo pubblico adora la sua sincerità, prima ancora delle sue qualità musicali. Quel mare di luce buona, negli occhi di una cantante che fa musica ancora per passione, che vorrebbe suonare ogni sera. Come se tra lei e il pubblico non ci fosse alcuna distanza: “Grazie, sono qui per voi”, sussurra quando i ragazzi del comitato di San Basilio la sommergono con i loro cori. E in un hasthag sembra fermare il tempo, per dire a tutti che #iosonofelice.  

Foto di Anna Piras, una delle fan che la segue da sempre e che la ama di più.


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