Bosa, uccisa una cornacchia a calci e bastonate. A Radio CASTEDDU il racconto di Agata Scarpulla, 42 anni, animalista volontaria di una associazione che si occupa della lotta contro il randagismo e che, a breve, formalizzerà la denuncia.
“Circa 3 anni fa, in una notte piovosa, abbiamo ritrovato un nido per terra, caduto da un albero, di cornacchie. Erano tutti morti tranne uno che abbiamo allevato in casa, facendolo vivere anche al di fuori del nostro appartamento. L’anno scorso si era unita anche ad un branco che stanziata in via San Mercato: era conosciuta da tutti, si avvicinava anche dove si sedevano i vecchietti, un commerciante della zona gli metteva a disposizione una bacinella per fare il bagno. L’avevamo chiamata Zaffiro. Questa mattina ho ricevuto una telefonata da una persona che mi ha detto “io ho assistito all’uccisione della tua cornacchia”, mi ha detto nome cognome e anche dove lavora. Mi ha detto che ha afferrato la cornacchia, l’ha gettata per terra, presa a calci mandandola fino al marciapiede di fronte e l’ha colpita con un bastone sino a ucciderla. Successivamente l’ha presa con la paletta e l’ha buttata in una proprietà privata in mezzo a dei banani. Ho chiamato i vigili e sono stati trovati sia il bastone rotto, la macchia di sangue che il corpo della cornacchia.
Ho già contattato un avvocato che si occuperà della causa: non è giusto, è immorale non dava fastidio a nessuno. Oggi avrò ricevuto almeno un centinaio di telefonate”. La comandante della polizia Locale di Bosa, Filomena Solinas, spiega: “Siamo intervenuti e stiamo attendendo che Agata Scarpulla formalizzi la denuncia. Ci ha contattato per l’uccisione della cornacchia, dovrà esporci nel dettaglio i fatti e formalizzare la querela”.
Risentite qui l’intervista a Agata Scarpulla di Paolo Rapeanu e Gigi Garau
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