Sono trascorsi 32 anni dal giorno in cui tremò la terra a Capaci: il tritolo innescato durante il passaggio del giudice e della sua scorta, la morte e la distruzione, la violenza della mafia che aveva colpito ancora, per ripetere la guerra solo pochi mesi dopo in via d’Amelio. Borsellino e la sua scorta furono condannati a morte perché lavoravano in nome della legalità. Impossibile dimenticare quei momenti, per chi li ha vissuti in prima persona, per tutti gli altri che attraverso le immagini trasmesse in tv e per i giovani di oggi ai quali non viene nascosta la storia recente crudele, dove gli attentati erano dietro l’angolo. La memoria da tramandare, ecco allora che le iniziative si susseguono, ancora, perché bisogna sempre ricordare e valorizzare chi ha perso la vita per lottare contro il male. I resti della vettura sulla quale erano a bordo gli eroi verranno esposta in una teca, un forte segnale, spietato, per far capire la violenza e la malvagità messa in atto. “Un percorso si legalità per un futuro migliore, dal sangue versato a quello donato” si legge nella locandina che annuncia l’evento. Sarà infatti presente anche un’autoemoteca dalle ore 8 presso la Questura. Alle ore 9 in piazza Roma si svolgerà l’incontro, l’esposizione della teca (foto: Corriere della Sera Roma) alla presenza del Prefetto Salvatore Angeri e il Questore Aldo Fusco. Non solo: alle 10,30, presso il teatro Garau, la moglie di uno dei componenti della scorta incontrerà gli studenti. Un dolore che mai passerà, che non deve essere dimenticato e che è stato trasformato in forza per combattere contro il crimine.












