Clamorosa svolta nel caso della morte dell’avvocatessa Elena Morandi, trovata senza vita nella sua casa di via Boccabadati a Modena il 29 settembre del 2017. Ritenuto responsabile di tale delitto è sempre stato il magazziniere di Osilo Pasquale Concas, che aveva una frequentazione con la vittima, al solo fine di rubarle qualche soldo e il pc. Poi, avrebbe dato fuoco all’appartamento.
Oggi, però, la Corte d’Assise D’Appello ha ribaltato la precedente sentenza all’ergastolo, assolvendo Concas dall’accusa di omicidio volontario. Concas stava scontando una pena di 24 anni per l’omicidio della prostituta Arietta Mata, avvenuta a Gaggio di Castelfranco ad inizio del 2018.
Già ad aprile aveva annullato la sentenza della corte d’Assise d’Appello di Bologna, rinviando alla stessa per revisione e quindi nuovo giudizio.
Per l’udienza di oggi sono stati ascoltati un ingegnere esperto di incendi, lo specialista in dermatologia del centro grandi ustionati dell’Ausl e il medico legale che ha seguito il caso. La corte ha quindi accolto in parte l’impugnazione della difesa. Il reato di rapina è stato tramutato in giro in abitazione, con una pena di un anno e 4 mesi. È stato stato stabilito che l’avvocatessa 56enne è morta per inalazione da monossido di carbonio.
“Abbiamo sostenuto come non vi fossero gli elementi per dire che Concas avesse appiccato l’incendio quel giorno, quindi che non fosse imputabile a lui il rogo – afferma il legale Alessandro Betti–. C’erano elementi anomali riguardo la sottrazione del pc, del cellulare e dei soldi e tutto al più – a nostro avviso – poteva essere contestato al mio assistito il reato di furto in abitazione. La Corte ha accolto le deduzioni logiche poste da questa difesa, anche all’esito delle integrazioni probatorie. La morte di Elena Morandi – conclude – avvenne per inalazione di monossido e non per altri motivi. La difesa è contenta del risultato raggiunto”.