Odissea al Businco. Il macchinario della Pet non parte: a casa dopo una mattinata di attesa una ventina di malati oncologici. Tra loro c’era Ciro Langella, 78 anni, di Capoterra che aveva l’appuntamento fissato ieri al Businco. Gli è stato diagnosticato un tumore ai polmoni e doveva fare un esame col macchinario Pet, prima di una biopsia polmonare necessaria per una diagnosi precisa e una terapia. Si muove con grandi difficoltà e spesso con la sedia a rotelle. Per poter arrivare puntuale al Businco da Capoterra dove risiede sveglia alle 6 del mattino. Con lui i familiari che lo accompagnano.
All’arrivo al Businco la sorpresa: “Il cavo del macchinario”, gli spiega il personale ospedaliero, “nella notte è stato involontariamente staccato da chi si occupa delle pulizie, deve attendere perché stiamo riattivando la macchina”. L’attesa parte. Al paziente viene fatta una flebo di paracetamolo per la preparazione. Ma l’attesa si conclude dopo 4 ore e il finale non è quello sperato. “Ci spiace”, spiega il personale dell’ospedale, “il macchinario è fuori uso. niente esame dovete andare via”. Assieme a Langella c’erano poco più di altre 15 persone, tutti malati, molti non residenti a Cagliari, tutti rispediti a casa dopo una mattinata di disagi. Qualche appuntamento è stato fissato a marzo. Delusi i familiari di Langella: “Ritardo pet, ritardo biopsia, ritardo diagnosi e purtroppo ritardo terapia”, commenta amara la figlia, “avrebbero potuto avvertirci del problema al macchinario e invece ci hanno creato un enorme disagio e ci lasciano con tanti punti interrogativi”.












