Cagliari, residenti in rivolta a Stampace e Marina: “Costretti a fare slalom tra i tavolini”

Nuovi spazi per i tavolini in centro, la furia dei comitati: “Il Comune ci sta dichiarando guerra. In piazza Yenne hanno ostruito completamente il passaggio dei pedoni nel primo tratto e in piazzetta Aramu è stato occupato l’ultimo lembo di suolo ancora libero”


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“La Giunta comunale di Cagliari ha deciso di dichiarare guerra ai residenti con la concessione di nuovi spazi pubblici per la mescita e la ristorazione. Nonostante siano  di queste settimane gli ultimi rilevamenti fonometrici dell’ARPAS eseguiti nei quartieri di Stampace e Marina”, così il comitato Rumore no Grazie, da anni in lotta contro il fenomeno della movida chiassosa nelle ore notturne.

“In Stampace le nuove concessioni di suolo pubblico in Piazza Yenne hanno ostruito completamente il passaggio dei pedoni nel primo tratto e in Marina in piazzetta Aramu è stato occupato l’ultimo lembo di suolo ancora libero per cui per attraversare la piazzetta occorre fare lo slalom tra i tavoli”, spiega Enrico Marras, “e guai ad avere borse di spesa nelle mani perché anche lo slalom diventa impossibile soprattutto se incontrate uno che vi viene di fronte. Da qualche tempo poi è invalsa la deleteria pratica da parte del Comune di spostare e di togliere anche panchine pur di ricavare nuovi spazi per tavolini: il tutto  in odio alle esigenze di socialità dei residenti. Come è possibile verificare nelle piazzette Aramu e Savoia, nel cuore di Marina.

Quindi non misure di contenimento dell’inquinamento acustico giungono dai palazzi del potere civico ma misure afflittive idonee solo ad accentuare i disagi e le sofferenze di quanti ancora resistono e non scappano dal centro storico. Queste misure

sono oltremodo odiose perché vanno ad aggravare la vita di quartieri certificati dal 2012 in “criticità acustica” e dal 2016 in “emergenza sanitaria”.

Gli ultimi rilevamenti, come da dieci anni ad oggi, risultano preoccupanti e allarmanti e sono tali da richiedere al Sindaco Truzzu, come la legge impone, interventi straordinari e urgenti. Perché i rilevamenti hanno certificato livelli di rumore di gran lunga superiori a quelli di attenzione, livelli oltre i quali la salute e la vita delle persone è esposta a gravi rischi.

Di fronte a simili inesplicabili comportamenti (capofila di provvedimenti illegittimi si rivela ancora una volta l’Assessorato alle Attività produttive che rilascia le concessioni di suolo pubblico) non restano che i Tribunali dove giacciono, purtroppo da tempo, cause che vedono come imputato per inquinamento acustico il Comune di Cagliari già condannato dal Tar con Sentenza passata in giudicato e mai applicata.

C’è da chiedersi, in ultimo, che fine ha fatto il Piano Comunale di Risanamento Acustico, sempre più impalpabile come un’araba fenice, e cosa impedisce al Presidente della Giunta Regionale e all’Assessore Regionale dell’Ambiente di avviare le procedure, obbligatorie per legge, di commissariamento del Comune di Cagliari  le cui gravi inadempienze sono documentate da anni oltre che certificate in sede processuale”.


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