“Noi, guardie giurate aggredite, insultate e minacciate a Cagliari: ora basta, pretendiamo sicurezza”. La sicurezza del personale non solo sanitario, situazioni esplosive che mettono in pericolo anche chi deve garantire l’incolumità di medici e infermieri. “Ogni turno di servizio è una sfida. Nei pronto soccorso, la tensione è sempre alta: medici e infermieri sono spesso presi di mira da utenti esasperati, e quando la situazione degenera, noi guardie giurate siamo i primi a essere minacciati, insultati e, nei casi peggiori, aggrediti fisicamente”. La denuncia è di una Guardia Giurata in un Pronto Soccorso della Sardegna, “vigilantes” “come molti ci chiamano”, che mette in luce le condizioni di estremo pericolo “in cui io e i miei colleghi siamo costretti a lavorare ogni giorno, senza le adeguate misure di sicurezza e con il rischio costante di aggressioni”. Sempre in prima linea ma “senza protezione, “operiamo da soli, in mezzo alla sala d’attesa, senza una postazione protetta né strumenti adeguati per gestire le emergenze. In queste condizioni, non solo mettiamo a rischio la nostra incolumità, ma diventa impossibile garantire un reale supporto al personale sanitario e agli altri pazienti presenti”. Una situazione insostenibile è definita da chi ogni giorno assiste alla condotta esasperata, ed esasperante, di chi si reca nei punti di pronto soccorso degli ospedali sardi, che mette in atto manifestazioni di violenza sia verbale che fisica. “Negli ultimi mesi, ho assistito a numerosi episodi di violenza: persone che sfondano porte, minacciano infermieri, cercano di entrare con la forza nelle aree riservate. In questi momenti, siamo lasciati soli a fronteggiare il pericolo, senza alcun supporto immediato.
Eppure, basterebbero pochi accorgimenti per migliorare la sicurezza e ridurre il rischio di aggressioni”. Quali soluzioni, dunque, si potrebbero adottare? “Noi guardie giurate non siamo supereroi, ma lavoratori che meritano di operare in condizioni dignitose. Per questo, chiediamo alle autorità competenti di intervenire subito con misure concrete. Servizio in coppia – Nessuna GPG dovrebbe lavorare da sola in un pronto soccorso. Due guardie per turno migliorerebbero la gestione delle emergenze e ridurrebbero i rischi. Postazione protetta – La nostra posizione deve essere sicura, con barriere che impediscano aggressioni dirette. Separazione tra sala d’attesa e area sanitaria – Troppo spesso le persone accedono senza controllo agli spazi riservati a medici e infermieri. Questo va impedito con misure strutturali. Selezione del personale esperto – Il pronto soccorso è un servizio ad alto rischio e dovrebbe essere affidato a GPG con esperienza nella gestione di situazioni critiche. Dialogo con la direzione sanitaria – Le guardie giurate devono poter collaborare con l’ospedale per segnalare criticità e trovare soluzioni efficaci”. Un appello, infine, rivolto alle istituzioni: “Questa denuncia non è solo la mia voce, ma quella di tante guardie giurate che ogni giorno mettono a rischio la loro sicurezza senza alcuna tutela reale. Chiedo alle istituzioni, alle aziende sanitarie e alle autorità di sicurezza di prendere atto della situazione e intervenire immediatamente. Non possiamo continuare a lavorare in queste condizioni. Aspettiamo risposte concrete, prima che accada l’irreparabile”.
