Il personaggio del giorno di oggi é Noemi Cabras, 50 anni, di Decimomannu. Nella vita è insegnante di musica e direttrice di coro ma ha deciso di dedicare parte del suo tempo al volontariato in carcere. E di questa sua esperienza ne ha parlato recentemente nella sua tesi di laurea intitolata ‘la luce di Uta’ in cui racconta la sua esperienza di musicista volontaria in carcere e come la musica sia capace di creare un’isola felice in un luogo di sofferenza: “La musica è stata sempre al centro della mia vita. Mi ha permesso di superare situazioni difficili, risolvere problemi e affrontare con determinazione e forza le avversità che si sono presentate sul mio cammino.
Mi sono aggrappata a essa come ancora di salvezza e questo mi ha sempre permesso di utilizzarla come straordinario mezzo per portare un sorriso e un aiuto concreto a chi vive situazioni di disagio, dolore, privazione”, racconta. L’idea di dedicarsi al volontariato in carcere è nato alcuni anni fa: “Da alcuni anni nutrivo l’interesse a esplorare le situazioni della vita carceraria, le condizioni cui sono sottoposti i detenuti e le difficoltà che incontrano giornalmente. In questo mio scritto ripercorro le tappe principali del viaggio attraverso le esperienze musicali che ho condiviso con i detenuti attraverso le loro singole vicende umane”. I protagonisti della tesi sono proprio i carcerati:
“I protagonisti principali sono loro, un gruppo di persone che si impegna a riscopre il proprio volto, una luce interiore, e il proprio suono, uomini che si impegnano ogni giorno per non smarrire i pensieri, la fantasia e i sentimenti, e che attraverso il canto cercano di dare un senso alle loro giornate trascorse dietro le sbarre, provando in ogni modo a mantenere la propria lucidità mentale e l’autocontrollo, nonostante le avversità, e che si preparano, spesso da soli, a riaffrontare il mondo fuori dalla detenzione“, afferma.












