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Negozianti in rivolta a Cagliari: “Via ai saldi in piena zona rossa. Ma che senso ha?”
Gli sconti al via da domani, ma possibile lo slittamento a giovedì. Bertolotti: “Un calendario che è un rebus. A poco servono i saldi se i commercianti non possono aprire i negozi, o ricevere clienti che arrivano da altri Comuni, o ancora con bar e ristoranti chiusi”
I saldi dovrebbero iniziare domani, martedì 5 gennaio, storica data ufficiale, ma il condizionale è d’obbligo perché l’Isola, così come il resto del Paese, sarà zona rossa. La data ufficiale potrebbe essere quindi giovedì 7, salvo novità dell’ultimo minuto.
“Un calendario che è un rebu ”, dice il presidente di Confcommercio Sud Sardegna, Alberto Bertolotti, “a poco servono i saldi se i commercianti non possono aprire i negozi, o ricevere clienti che arrivano da altri Comuni, o ancora con bar e ristoranti chiusi. Inoltre bisogna prendere in considerazione anche il mercato digitale che è diventato un’arma a doppio taglio, i negozi tradizionali da una parte propongono i loro prodotti anche sul web, ma poi ci sono i colossi che non seguono alcuna regolamentazione e affossano i piccoli”.
Secondo l’ufficio studi di Confcommercio i saldi nel sud dell’Isola avranno un valore pari a 23 milioni e 200 mila euro e interesseranno 128 mila famiglie sarde. Ogni nucleo familiare, mediamente composto da 2,5 persone, spenderà 181 euro, ogni singolo 79 euro in media.
Alcuni consigli per evitare imbrogli: Il prezzo originale di ogni prodotto in saldo deve essere sempre indicato in modo inequivocabile, vicino alla percentuale di sconto e al prezzo finale scontato .
Le merci in saldo devono essere tenute in zone separate rispetto a quelle non in saldo, in modo che i clienti non possano confondersi .
Il consumatore ha diritto di provare i capi, esclusa la biancheria intima. I negozianti sono obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito anche durante i saldi; in caso di rifiuto non comprate e segnalate il caso per iscritto alla società Servizi Interbancari e a un’ associazione di consumatori.
– Conservate lo scontrino, perché costituisce prova di acquisto che obbliga il negoziante a sostituire e/o riparare la merce difettosa o “non conforme”, anche in presenza di cartelli con la dicitura che i capi in svendita non si possono cambiare ;
Anche per la merce in saldo vale la garanzia legale di due anni prevista dal Codice del consumo per i beni difettosi o non conformi a quanto richiesto dal consumatore. A rispondere in questi casi è il venditore che dovrà riparare o sostituire la merce, altrimenti restituire o ridurre il prezzo pagato;
Gli acquisti online prevedono il diritto di recedere, senza alcuna penalità e senza obbligo di motivazione, entro 14 giorni dall’acquisto, come ogni altra vendita di beni “ fuori dai locali commerciali”.