C’è chi sa suonare alla perfezione il pianoforte dopo anni e anni di studio al Conservatorio, con tanto di diploma, e conosce 5 lingue oltre all’italiano. C’è chi in automatico riusciva a preparare in contemporanea due caffè e quattro cappuccini e ora si sogna il profumo di latte e caffeina. E c’è, poi, chi ha sempre sognato di avere un lavoro ma è rimasto a mani vuote. Eccoli, i nuovi poveri di Cagliari, quelli che si preparano a non festeggiare il Capodanno 2024 perchè impegnati nella più importante delle azioni: sopravvivere. Da sotto il ponte di via Po con tanto di alberello natalizio realizzato alla bell’e meglio, passando per via Santa Gilla e la zona del tribunale per i minorenni, sino ad arrivare a viale Bonaria e al rione di San Michele. L’emergenza freddo è al suo apice, la notte si battono i denti anche sotto due robuste coperte, e ora spunta anche l’sos cibo. I pasti caldi non mancano, ma sono i cibi a lunga conservazione a scarseggiare. I volontari fanno ciò che possono, spesso l’impossibile: “Assistiamo solo a Cagliari una quarantina di persone fisse”, afferma Roberto Carrus, presidente degli Amici della strada Sardegna. Poi ci sono quelli “intermittenti”, cioè chi non si fa trovare ogni giorno e compare quando meno te l’aspetti: “Pasta, passata di pomodoro, scatolette di carne e di tonno. Ecco cosa ci manca e cosa chiediamo al Comune. Non un aiuto economico, ma direttamente i prodotti per sfamare tutti questi nostri fratelli e sorelle che cercano solo di sopravvivere”. Carrus conosce ogni singolo nome e storia: è lui ad averci raccontato, “ma senza fare i loro nomi”, le storie drammatiche di musicisti laureati e camerieri caduti in disgrazia.
“In questi ultimi giorni c’è chi si è ammalato e ha la febbre. Grazie ad alcuni medici volontari possiamo curarli, dandogli tachipirina o il medicinale più adatto. Con la salute non si scherza, soprattutto se si è costretti a vivere all’addiaccio. Aiutiamo 45enni ma anche trentenni e qualcuno addirittura più giovane. Tutti, o quasi, hanno perso il lavoro e si sono fatti travolgere dalla tristezza e dalla paura di non farcela più, finendo a vivere ai margini della società”, prosegue il presidente dell’associazione che rappresenta una delle braccia operative della Caritas. Ogni notte, con il suo gruppo di volontari, gira tutta Cagliari per donare caldo, cibo e conforto a chi ha perso tutto: “Ma, ripeto, i Comuni, anche quello di Cagliari, devono essere più attenti e aiutarci Le luci delle feste non riempiono certo le pance”.










