Sottolineando come lo spopolamento e l’impoverimento di vaste aree interne e rurali abbia oramai assunto caratteri strutturali delineando un’Italia del «disagio insediativo», con punte allarmanti in Sardegna, dove recenti studi hanno dimostrato come nei prossimi trenta/quaranta anni molte piccole comunità delle zone interne sono destinate a scomparire definitivamente, Romina Mura chiede all’esecutivo di “promuovere ogni necessaria iniziativa volta a favorire il ripopolamento di questi territori, anche attraverso l’introduzione di un reddito di insediamento come misura di incentivazione alla residenza negli stessi, rivolta a specifici target di soggetti, (per esempio quelli che si trovano in una condizione di precarietà lavorativa, disoccupazione o stato di inoccupazione permanente o temporaneo, di povertà e di esclusione sociale tale da determinare un rischio di marginalità sociale) e strutturata come strumento/azione di “welfare generativo”.
La parlamentare sarda del PD è anche la prima firmataria di una proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati per l’introduzione del reddito di insediamento come misura incentivante per favorire la residenza nei piccoli Comuni situati nelle zone in via di spopolamento, zone montane e aree rurali.
Con la mozione, che sarà discussa a Montecitorio nelle prossime settimane, il Partito Democratico impegna il Governo “ad adottare ogni provvedimento utile ad agevolare il ritorno e la nuova residenzialità nelle aree svantaggiate e interne in forte calo demografico ma con grandi potenzialità sotto il profilo dello sviluppo economico locale e intraprendere azioni volte a incentivare le attività produttive nelle zone in forte decremento demografico, con particolare riferimento alla tutela attiva del territorio, e delle comunità locali, nonché alla valorizzazione delle risorse naturali, culturali, del turismo sostenibile, dei sistemi agroalimentari e tipici, delle filiere di energia rinnovabile, dei saperi e dell’artigianato”.
Infine, la mozione impegna il Governo “a garantire la permanenza e/o il ripristino nelle aree territoriali caratterizzate da decremento demografico e disagio abitativo dei presidi culturali e di legalità come le scuole e le caserme dell’Arma dei Carabinieri”.












