Movida alla Marina, i residenti: “La salute vale più della birra”

Il Comitato “Rumore, no grazie”: “La salute e la vita delle persone vale ben più della birra e della trippa, che si possono sempre consumare al riparo senza recare disturbo”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

La movida del centro storico ancora al centro del dibattito a Cagliari, tra esigenze dei titolari dei locali e quelle dei residenti. Ieri le dichiarazioni del gestore del Beer Garden in cui accusava i comitati di quartiere di essere “la rovina della vita notturna a Cagliari”. “Noi lottiamo per il rispetto della legalità violata – risponde Maria Laura Ferru, del comitato della Marina ‘Rumore, no grazie’-  e che sia violata lo ha stabilito il Tar Sardegna che ha fatto del sindaco Zedda un condannato”.

La movida alla Marina. “Le regole ci sono ma non vengono rispettate – continua Maria Laura Ferru – tutto a danno dei residenti. Un esempio: per legge non si possono mettere tavoli per strada senza valutazione previsionale di impatto acustico, ma a Cagliari questa disposizione non viene rispettata. A Marina e Stampace viene superato, per buona parte dell’anno, il limite di rumore notturno massimo ammesso dal Piano Comunale, cioè 50 decibel: questo costituisce un crimine, e quando c’è crimine ci sono le vittime e i criminali. Le vittime sono i cittadini. I rilevamenti fonometrici fatti dalla Regione dimostrano che alla Marina il livello di rumore notturno è per molte ore più alto di quello consentito nelle aree industriali, cioè 70 decibel. Per questa ragione molti residenti hanno contratto malattie gravi e invalidanti, e ora stanno chiedendo i conti. La salute e la vita delle persone vale ben più della birra e della trippa, che si possono sempre consumare al riparo senza recare ‘fastidio o disturbo’ come impone la legge 447 del 1995”.


In questo articolo: