Se n’è andato con la discrezione che ne caratterizzava il carattere, molto schivo, quasi un po’ orso. Placido Cherchi è morto questo pomeriggio, in seguito ad un aneurisma improvviso che lo aveva colpito sabato, dopo una passeggiata. Era molto attento alla salute, vegetariano e non certo propenso alla vita sedentaria.
Originario di Oschiri, 74 anni, Placido era un intellettuale vero, uno studioso dell’arte e dell’antropologia, scrittore, saggista, uomo di immensa cultura. I suoi studi a Cagliari con Ernesto De Martino e Corrado Maltese,lo avevano guidato contemporaneamente verso problematiche etno-antropologiche e storico artistiche. Come autore di importanti lavori sul pensiero di Ernesto De Martino e sui problemi dell’identità e della cultura sarda, era un membro attivo della Scuola antropologica di Cagliari, nata per la presenza all’Università di Cagliari di maestri come Ernesto de Martino e Alberto Mario Cirese, come pure di loro allievi quali Clara Gallini e Giulio Angioni. Insegnante di storia e filosofia per lunghi anni al Liceo Siotto, era molto amato dagli studenti, che restavano affascinati dalla sua loquela scorrevole e fertile, che catalizzava l’ascolto.
Autore di testi importantissimi, come ‘Il signore del limite’, ‘Il peso dell’ombra’ e numerose altre collaborazioni e articoli su tutte le più importanti riviste, partecipava spesso a dibattiti ed incontri culturali, capace di spaziare tra arte, antropologia, storia, filosofia e poesia,con interventi critici di altissimo livello. L’ultimo libro, che sta uscendo postumo, s’intitola ” Per un’identità critica. Alcune considerazioni autoanalitiche nel mondo identitario dei sardi” Prefazione di Nereide Rudas, Arkadia.
Con lui se ne va un altro grande pensatore e scrittore sardo, anche fiero combattente, amico della lingua sarda, con la quale spesso preferiva esprimersi con chi lo capiva e ne coglieva le coloriture espressive.