Il corpo di Umberto Farris, l’86enne di Assemini morto dopo il ricovero di venti giorni al Policlinico di Monserrato, è stato sequestrato. Gli agenti di polizia giudiziaria si sono presentati nell’abitazione dei parenti, in via Carife, e hanno portato la salma proprio nell’ospedale monserratino. È lì che, su richiesta dei parenti, saranno eseguiti tutti gli accertamenti tramite l’autopsia. Fondamentale la richiesta e i documenti presentati dal legale Fabio Basile: “Tutte le carte sono state consegnate alla segreteria del pm di turno, Marco Cocco, in mattinata”. Poco fa la svolta, con i giudici che accendono i fari su un decesso che, a detta delle figlie e della moglie di Farris, potrebbe presentare dei lati oscuri e delle responsabilità da parte dei medici. L’esame autoptico e gli accertamenti medici consentiranno di scoprire la causa del decesso dell’anziano e sarà possibile scoprire se il pm iscriverà qualcuno nel registro degli indagati. È Maria Cristina Farris, una delle figlie dell’ottantaseienne, a confermare a Casteddu Online, insieme all’avvocato, dell’avvenuto sequestro della salma. “Il pubblico ministero deciderà come agire, in caso di accertamenti irripetibili non sarà necessario avere i nominativi di eventuali consulenti di parte ma, a esami conclusi, i referti saranno allegati ai documenti già esistenti. Attendiamo fiduciosi”, afferma Fabio Basile.
La ricostruzione fatta dai parenti e piombata sul tavolo del pm, se confermata, è grave: Umberro Farris viene ricoverato il 10 novembre nel reparto di Medicina del Policlinico perchè disidratato. I familiari hanno sporto denuncia ai carabinieri, in considerazione delle disumane condizioni in cui, a loro avviso, si trovava il genitore. È stato riferito loro che l’infezione che ha determinato l’aggravio delle condizioni di salute di Farris dipendeva dal precedente intervento alla gamba effettuato nella medesima struttura, in Ortopedia, ad agosto 2022”. Nei prossimi giorni si saprà sicuramente di più: “Vogliamo sapere perchè è morto. Papà non stava bene ma l’hanno legato senza il nostro consenso e tenuto buttato in un letto, nudo e mai lavato. Chiediamo chiarezza anche sulle piaghe, su tutto il corpo, che aveva quando, il primo dicembre, abbiamo firmato le dimissioni per riportarlo a casa”. Casa nella quale, dopo tre giorni, è morto.











