La Lipu Oristano sta attentamente monitorando e analizzando la situazione del Montiferru. Al momento, fra le altre cose, “stiamo elaborando un documento sulla complessità degli interventi post-incendi sul territorio; interventi che, se non opportunatamente studiati, possono influenzare la ricolonizzazione e la ripresa dell’avifauna”.
“Nel frattempo abbiamo avuto l’idea di documentare ciò che avviene nelle zone bruciate per capire come reagisce l’ecosistema: monitorare la presenza di uccelli, piante e insetti; fotografare per rilevare – nel tempo – la reazione/ripresa della natura a ciò che il fuoco ha bruciato”.
Un invito ai soci Lipu, estesa ad AFNI Sardegna e non solo.
Una testimonianza dettagliata di quanto si riscontra nel Montiferru è quella del socio Franco Sotgiu che spiega: “Ieri mattina, passate due settimane dal terribile incendio, sono voluto salire, sperando di evitare pianto e rabbia, nei boschi che conosco e che amo. Avevo la speranza che almeno gli animali che sono riusciti a scampare, abbiano potuto riprendere a vivere sia pure nelle difficoltà di un mondo per loro cambiato e ostile.
Ecco cosa ho visto:
Animali allevamento: funziona “Sa paradura” ho incontrato due colonne di Camion e furgoni con fieno e mangime tra Santulussurgiu /Cuglieri una proveniente dal Sud Sardegna che saliva e andava verso Cuglieri e una da Nord che scendeva verso Santulussurgiu. Spero che questi beni indispensabili vengano distribuiti a chi davvero ne ha bisogno.
Animali selvatici: nei sentieri di boschi ho visto mucchi di fieno e granaglie per cervi e mufloni alcuni molto graditi e perciò mangiati, altri nemmeno sfiorati, probabilmente bisogna equilibrare meglio la distribuzione portando gli alimenti nelle zone dove gli animali si avvicinano con più facilità.
Piccoli animali selvatici: purtroppo non ne ho visto e non ho trovato tracce nelle cenere. Spero si siano rifugiati nelle oasi di bosco risparmiate dal fuoco (che ci sono e sono quasi sempre quelle col sottobosco pulito da cespugli e sterpaglie).
Uccelli e insetti: sono il motivo principale della mia escursione. Silenzio tombale e nessun movimento nelle zone incenerite (del resto non mi aspettavo cose diverse), salvo la presenza dappertutto di qualche ghiandaia, padrona sempre del bosco, quella non la spaventa niente e nessuno . Invece mi sembra che nelle porzioni di bosco non colpite dal fuoco (anche quelle circondate da boschi carbonizzati, ci sia una presenza addirittura maggiore al solito di piccoli uccelli (cince, sterpazzole, magnanine) o almeno questa è la mia impressione. E c’è una presenza più che discreta di farfalle, cavallette e altri insetti.
Impressionante (almeno per me) il numero di uccelli che ho notato intorno al fabbricato di Rai Way che gestisce i trasmettitori Rai di Badde Urbara. Tutt’intorno il bosco è incenerito, compreso quello dirimpetto alle antenne, del cantiere di Forestas a Pabarile. Bruciati anche gli alberi dentro il terreno della Rai. Bruciati e secchi ma brulicanti di uccelli. All’inizio non capivo perché, allora mi sono fermato e ho tirato fuori il binocolo. Ho visto diverse specie di uccelli: Ghiandaie e picchi, cinciallegre e fringuelli, pettirossi, cardellini e altre diverse specie. Ho visto che all’esterno dell’alto recinto a pochi metri dal cancello di ingresso c’era una fontana ma con zero acqua e nelle piccola pozza qualcuno aveva lasciato del cibo per cani o per gatti ma acqua zero. Ho riempito un contenitore lasciato lì sicuramente per abbeverare gli uccelli e mi sono allontanato in macchina per vedere col binocolo se qualcuno si avvicinava. No, non si avvicinavano. Solo dopo un po ho notato dentro il recinto movimenti di uccelli a terra, ecco spiegato il motivo della presenza degli uccelli: dentro il cortile di Rai Way c’è una piccola pozza di acqua, un laghetto per pesci rossi abbandonato, ma che ora sta dissetando centinaia, forse migliaia di piccoli uccelli. Spero che venga continuamente alimentato e non si secchi”.










