Volge al termine la giornata di commemorazione ai caduti della Brigata Sassari nella guerra del ’15-’18 a Monte Zebio. Il Comune di Pula ha reso omaggio a tutti i caduti sardi, tra cui due soldati Pulesi.
“Nell’altopiano di Asiago riposa ESPOSITO Gerolamo morto il 23 Luglio 1916 e SALIS Carlo morto il 6 luglio 1916- spiega il sindaco Carla Medau-
r ingrazio con profonda gratitudine le consigliere Angela Mascia e Carla Lecca che hanno adagiato la fascia tricolore del nostro Comune, sulla loro croce, simbolo della pietà umana e del loro sacrificio, in segno di ricordo e vicinanza di tutta la nostra Comunità. Nel cimitero militare di Monte Zebio, c è un’ area dedicata ai sassarini , donata dal Comune di Asiago ai comuni sardi, i quali con un modesto contributo la tengono in ordine e ne rinnovano il ricordo. Vi invito a leggere, piu sotto, le parole, del Presidente Anci Emiliano Deiana, sindaco di Bortigiadas, che interpreta con straordinaria sensibilità il nostro sentire. Forza Paris!!! Sempre!!!
MONTE ZEBIO; GUERRA ’15-’18
Oggi, nella mia non breve esperienza da sindaco, è stata una delle giornate più emozionanti.
Un dolore acuto. Una ferita aperta. Una piaga dentro l’anima.
Nebbia. Pioggia.
Eppure siamo andati nel piccolo cimitero dove riposano – irrequieti – i giovani sardi che morirono nel luglio del 1916 e il cui riposo fu funestato da nuove esplosioni che ribaltarono il camposanto…
…Cosa ci faceva un uomo di Bortigiadas a Monte Zebio? E uno di Orotelli? Di Bonorva? Di Fonni? Di Sennariolo? Di Cheremule? Di Allai? Di Teulada? E di molti altri paesi?
Cosa?
La guerra è l’imbuto nel quale precipita l’umanità. È il disastro. Lo sfacelo.
Oggi ho sentito la voce di nonno. Le parole che non ha mai voluto dire. Che fine ha fatto Gian Gavino, in quelle trincee?
Quante volte si è schiantato con la morte, nonno? Quanti assalti? Quanto dolore? Quanti pidocchi? Quanta fame? Quale sete? Hai infilzato, nonno, la baionetta nel cuore di qualcuno?
Non c’era sindaco che non ricordasse le voci dei vecchi. I silenzio. Le ossessioni.
Eravamo piccoli e sperduti, oggi, dentro l’epopea della Storia. Non c’è nulla di eroico nelle guerre.
C’è paura. Terrore.
Ci sono gli uomini. Dentro il cuore della Storia. C’erano migliaia di giovani strappati dalla terra della Sardegna. Il loro sangue. La loro carne. La loro paura. Il loro ardimento.
C’era Oggiano Leonardo. Di Bortigiadas.
C’era stato mio nonno. I nostri nonni.
Ci furono i nostri paesi fra quelle montagne. Una vertigine. Un vortice.