di Paolo Rapeanu
Cinque anni e qualche mese di vita e un’insufficienza renale che gli sconvolge la vita sin dal primo respiro post parto. Un bambino di appena cinque anni, di Monserrato, è già finito cinque volte sotto i ferri dei medici, nel reparto di Urologia. Come mai? “I suoi reni sono più grandi del normale e ha complicazioni costanti alla vescica, che non si svuota mai completamente e l’urina, quindi, continua a restargli in corpo, danneggiandolo”, racconta mamma Stefania, 29 anni. Accanto a lei il compagno, Michele. Nessuno dei due lavora, la “bestia” della disoccupazione li porta a vivere una quotidianità d’inferno anche perché, oltre al figlio malato, ne hanno altri due – fortunatamente sani – ai quali devono garantire ogni giorno almeno pranzo e cena. E un tetto, che non c’è: “Io e il mio compagno viviamo da una mia parente”.
L’ultimo intervento lo scorso febbraio, ma adesso “i medici del Brotzu hanno avvisato che bisogna riportarlo al Bambino Gesù di Roma, il quattro dicembre prossimo. Ho aperto una raccolta fondi, fissando la quota a duemila euro, perché nella Capitale il costo della vita è molto alto e non so quanto dovrò trattenermi”, osserva la 29enne, incrociando le dita, “non voglio stare lontana da mio figlio durante l’ennesimo intervento, il rischio è quello di non partire. Chiederò un aiuto economico al Comune per i biglietti del viaggio, le altre volte me l’hanno sempre dato”. E un’occupazione, che sarebbe fondamentale per mandare avanti una famiglia molto numerosa, la spera in particolar modo papà Michele: “L’ultimo impiego sei anni fa come pavimentista, sono costretto ad arrangiarmi. Lavorando a singhiozzo molte porte mi vengono chiuse in faccia. Mio figlio dovrà reggere in questa situazione grave di salute sino a dodici anni, poi i medici hanno già detto che sarà indispensabile fare una lunga dialisi e un trapianto”. La coppia ha lanciato una raccolta fondi, chi vuole contribuire può cliccare qui .










