Monserrato – Garantire un’adeguata cura ed una buona qualità di vita agli anziani non autosufficienti, in corso gli incontri tra comune, Anci e Regione per “dare voce ai più deboli”. L’assessore alle politiche sociali Tiziana Mori: “Con il Pnrr un’occasione da non perdere per creare e realizzare progetti volti ad assicurare un sereno percorso di vita ai più fragili. Le tempistiche previste, però sono troppo lunghe”.
Assistenza domiciliare per gli anziani non autosufficienti con cure mediche domiciliari personalizzate, usufruendo di professionisti specializzati come medici, infermieri, badanti ed operatori tecnico-sanitari, e lo sviluppo di alloggi ad hoc per i seniores con problemi complessi, dotati di tecnologie con cui sia gli assistiti che i loro tutori domiciliari possano familiarizzare sono solo alcuni degli obiettivi da raggiungere e garantire con i fondi messi a disposizione da Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono infatti in corso, in queste settimane, gli incontri tra gli amministratori per organizzare una adeguata assistenza per gli anziani. “Nei tavoli di lavoro, regionali e nazionali, a cui sto partecipando, in qualità di assessore alle politiche sociali, famiglia ed Ufficio Europa, inerenti la riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti – spiega Tiziana Mori – il compito, di chi come me ha ruoli politici, è anzitutto quello di dare voce ai più deboli e portare il proprio contributo per evidenziare gli aspetti più importanti e le esigenze che provengono dai territori, in modo che non siano calate dall’alto. In queste riunioni operative sulla riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti, che è espressamente prevista dal Pnrr e dovrebbe vedere la luce entro marzo 2024, si evidenzia che questa tempistica è incompatibile con la necessità di disporre, quanto prima, di una riforma organica in tema di non autosufficienza, e con il rischio, se non si velocizzano i tempi, di perdere le risorse che il recente bando del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con le sue linee di intervento ha previsto, nelle quali si potrebbero inserire dei percorsi di autonomia sugli anziani non autosufficienti per promuovere percorsi di autonomia che siano accompagnati da servizi integrati di assistenza domiciliare”.
Sono tre gli aspetti specifici da prendere in considerazione quando si parla di cura della salute delle persone anziane non autosufficienti.
Anzitutto, questa fascia di età diventerà sempre più ampia, dato il basso tasso di natalità in Italia e l’aumento dell’aspettativa di vita.
In secondo luogo, gli anziani hanno bisogno di vivere a casa più a lungo, mentre la necessità di assistenza continua a crescere. Un dato di fatto, terzo aspetto, è che gli ospedali non sempre soddisfano tale esigenza e non sempre vengono garantite strutture adeguate, in grado di soddisfare questa domanda. “Risulta necessario ispirarsi sempre di più ad una logica operativa di natura multidimensionale: partendo da una valutazione complessiva delle condizioni dell’anziano che ha bisogni molto eterogenei, applicando il cd long term care.
Esso – prosegue Mori – consiste nell’individuare i vari fattori di fragilità in relazione al contesto di vita, il tipo e il grado di disabilità, motoria e/o cognitiva, per poi progettate le risposte, combinando diverse modalità di intervento”.
Molto interessante è il Patto per il nuovo Welfare sulla non autosufficienza siglato a luglio 2021 da 40 associazioni impegnate nel settore, come Caritas e cittadinanza attiva, a cui rivolgersi per iniziare un percorso teso a puntare su uno sviluppo complementare di assistenza domiciliare e residenziale e riorientando tutta la filiera di servizi, in modo da poter rispondere a 360 gradi ai bisogni degli anziani.
“A tal fine auspico, in piena ottica collaborativa che i territori vengano ascoltati e si faccia rete in modo collaborativo con la Città Metropolitana di Cagliari e la Regione Sardegna capendo che i tempi burocratici non possono compromettere la quotidianità delle azioni e le risposte che noi amministratori locali dobbiamo mettere in campo per tutelare queste categorie di persone fragili”.













