“Monserrato, atteggiamenti padronali del sindaco contro le donne”

Lo sfogo della consigliera comunale Rosalina Locci nel giorno dell’8 marzo: polemica a Monserrato, accuse al primo cittadino Tommaso Locci: “Sindaco misogino”


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di Rosalina Locci, consigliera comunale del comune di Monserrato

 

“VI RACCONTO IL MIO 8 MARZO
COMPLIMENTI AL SINDACO MISOGINO
Premetto che l’articolo apparso sull’ Unione Sarda sui fatti di ieri non è chiaro. Pertanto mi preme ristabilire la verità.
Dunque: a disposizione di tutti i 20 consiglieri comunali c’è una stanza attigua alla sala consiliare con 2 ingressi, nella quale ci sono le cassette dove riponiamo i documenti, i bagni e gli appendiabiti. È NOTO A TUTTI CHE SI TRATTA DI UNO SPAZIO COMUNE. C’È PURE SCRITTO FUORI: SALA DEL CONSIGLIO COMUNALE. Per riunioni dei consiglieri di maggioranza o di minoranza c’è a disposizione un’altra sala con un grande tavolo e le sedie a 2 passi dalla sala consiliare. Il sindaco poi ha il suo ufficio al piano primo e un’ altra sala grande e spaziosa di fronte.
Ieri durante una sospensiva dei lavori del consiglio sono entrata nella sala comune che aveva la porta aperta, ma se fosse stata chiusa non cambiava la questione, ho appeso il cappotto e stavo uscendo. Nella stanza squallida e vuota, senza tavolo e sedie, erano presenti il sindaco, alcuni consiglieri di maggioranza e un consigliere di minoranza. Mentre già stavo avviandomi alla porta, il sindaco si è rivolto a me con tono perentorio chiedendomi di uscire dalla stanza. MA DICO: COME SI PERMETTE???? Se voleva fare una riunione riservata con la sua maggioranza, aveva solo da fare 2 passi e andare nella sala accanto oppure al primo piano su per le scale o con l’ ascensore nel caso si sentisse affaticato. Allora: era una provocazione sul modello di quella che ha usato con un’altra donna, Franca Cicotto? Secondo me è una mancanza di rispetto verso i cittadini che io rappresento. Il fatto dimostra che il sindaco utilizza un atteggiamento padronale e arrogante nel rivolgersi alle signore. Nessun sindaco a mia memoria si è mai permesso di chiedere a chicchessia di uscire da una stanza del palazzo comunale. Forse il sindaco non ha gradito l’interrogazione che gli ho fatto sulla vicenda della vicesindaca franca cicotto.Gli ho chiesto in consiglio se rispondeva a verità che il suo capo di gabinetto Bruera, le avesse impedito l’accesso alla stanza del sindaco assente. In quel momento la Sig. Ra cicotto era il sindaco. IL COMUNE NON È LA CASA DEL SINDACO, È LA CASA DEI CITTADINI E DEI SUOI RAPPRESENTANTI.
Alla ripresa dei lavori ho esposto la questione in consiglio comunale e per tutta risposta il presidente del consiglio Massidda Piergiorgio mi ha tolto la parola ed ha invitato i vigili ad accompagnarmi fuori dall’aula. Il Sindaco mi ha dato pubblicamente della maleducata.”


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