“La Protezione civile é al lavoro nella scuola penitenziaria di Monastir, dismessa inspiegabilmente perché costava troppo, per realizzare un mega centro di accoglienza alle porte di Cagliari, direttamente connessa sulla 131. Gli uomini della protezione civile provinciale e regionale stanno già operando al suo interno per allestire il tutto. Con loro anche il personale del ministero della giustizia che sta svuotando la scuola e allestendo il centro che potrebbe ospitare tra in 400/ 500 nuovi profughi. I comunicati della Prefettura di Cagliari con i quali si afferma che stanno esaminando le strutture carcerarie chiuse é a dir poco elusivo e destituito di ogni fondamento. Non stanno esaminando niente, hanno già deciso, con molte complicità. E pensare che hanno chiuso una struttura di formazione perché dichiaravano che gestirla costava troppo. Ora tutti gli agenti devono andare fuori Sardegna per formarsi, con costi esorbitanti. E la scuola si trasforma in un centro accoglienza che sarà con ogni probabilità un nuovo ghetto alle porte di Cagliari. Proprio come avevo denunciato più di un anno fa, con le smentite farlocche di prefetto e governo. Trasformare quella scuola in un centro di accoglienza é sinonimo di un Stato fuori controllo, sia sul piano della spesa che del minimo buon senso. Decisioni senza strategia, senza futuro, se non quella di accatastare uomini e donne, con bambini in spazi vuoti, fregandosene di tutte le possibili conseguenze. Una scelta scellerata e irresponsabile che va fermata prima che sia troppo tardi. Non si tratta di accoglienza ma ancora una volta un’azione che mira solo alla gestione di un business tutto a vantaggio di lobby che speculano su questi drammi”.
Lo ha denunciato poco fa il deputato di Unidos Mauro Pili dopo che é stato accertato l’inizio dell’operazione di allestimento della scuola professionale degli agenti penitenziari.
“Chiudere la scuola di formazione professionale del personale penitenziario si é rivelato come denunciai due anni fa l’ennesimo attacco del Ministero della Giustizia alla Sardegna, aggravato dalla decisione di trasformare quei locali in centro di accoglienza degli immigrati. Si tratta di un’ulteriore dimostrazione di come il dipartimento per l’amministrazione penitenziaria abbia agito nei confronti della struttura carceraria sarda e con quale dispregio lo abbia fatto nei confronti del personale penitenziario che ha visto cancellata una struttura di primo livello che da sempre è la fucina degli agenti e del personale addetto alla sicurezza delle carceri”.
“Con questa folle trasformazione della scuola in struttura per ospitare i migranti attualmente accolti in altre strutture insulari, non solo non si abbatteranno i costi ma si genererà – sostiene Pili – un aumento spropositato degli oneri di gestione della stessa struttura. Tutto questo avviene senza alcuna strategia e con il solo obbiettivo di stivare uomini e donne da affidare a qualche cooperativa rossa o società ben informata”.
“Per questo motivo ho presentato un’interrogazione urgente per conoscere con quale criterio si è deciso di chiudere una scuola di primo livello per ragioni finanziarie e poi si decide di trasformarla in centro di accoglienza con oneri decisamente superiori. Tutto questo – conclude Pili – é semplicemente inaccettabile e ingiustificabile. E anche su questo caso dovrà pronunciarsi la corte dei conti. Un business che niente ha a che vedere con l’accoglienza”.













