Momento no del Cagliari: dove sono finite le ambizioni e i sogni in rossoblù?

A Crotone serve una squadra che sappia replicare ai tentativi di sorpasso in classifica dei calabresi. Ma se le le premesse sono i rientri di Dessena e Giannetti che non hanno il ritmo gara non ci sono grandi speranze. Davvero non c’è di meglio?


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Di Nanni Boi

Fa un certo effetto leggere oggi su l’Unione Sarda, da ben oltre un secolo  il quotidiano di riferimento dei cagliaritani e il primo in Sardegna da quando è nato (se si eccettua un breve periodo di sorpasso da parte della Nuova Sardegna circa vent’anni fa),  il titolo: “Scalpitano Dessena e Giannetti”.

Non perché non abbia una ragione (non è questo il punto), ma perché credo spieghi meglio di ogni altro commento il periodo di scoramento attraversato dalla squadra rossoblù. Non  solo per i risultati, che pure ci raccontano di record negativi per quanto riguarda i ko casalinghi giunti a sette dopo appena dieci partite giocate al Sardegna Arena, ma già nelle speranze e nelle ambizioni di una squadra e di un ambiente che sembrano scomparse, direi volatilizzate.

Auguro tutto il bene possibile al capitano che ha scritto pagine importanti della storia del Cagliari (ho ancora negli occhi quel formidabile gol segnato a Catania, uno dei più belli in assoluto che ricordi), così come da ex attaccante (se non altro nelle intenzioni…) esulto con maggior gioia quando a centrare la porta avversaria è una punta (anche per Giannetti quindi). Ma se in  una partita difficile come la prossima trasferta di Crotone, contro una rivale diretta che si è rinforzata e cerca il sorpasso, le speranze del Cagliari sono riposte in due giocatori che quest’anno in termini di rendimento hanno saputo offrire così poco, e che non possono avere in questo momento il ritmo partita perché da tempo fuori, beh, non c’è davvero da stare allegri.

D’accordo, stiamo parlando di un caso limite perché non capita ogni settimana di avere tre squalificati e un infortunato con cui fare i conti, ma forse è il caso che la società pensi più al presente e meno al futuro. Anche perché se il presente svanisce senza rendersene conto, non ci sarà un futuro.


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