Il pediatra? Non c’è, e tra vari tira e molla e visite forse sin troppo rapide, un bimbo di un anno di Mogoro ha trovato la sua salvezza al Brotzu di Cagliari. Arriva dal cuore della Sardegna l’ennesima storia di sanità malandata, a raccontarla è una mamma di ventinove anni. Il più piccolo dei suoi figli si è sentito male, ha cercato in tutti i modi di avere un consulto medico senza dover macinare chilometri. Alla fine, però, li ha dovuti macinare per la salvezza del piccolo. Ospedale Brotzu, cinque giorni di ricovero: oggi il bimbo sta bene, ma la madre è preoccupata che l’odissea che ha vissuto possa capitare ad altre famiglie. Ecco, di seguito, il suo racconto-denuncia.
“Sono mamma di due bambini di 3 ed un anno. Verso metà febbraio il mio bambino di un anno ha iniziato a manifestare febbre alta e tosse. Ho deciso di farlo visitare dalla guardia medica che mi ha detto di non volerlo visitare perché, non essendo pediatra, non poteva. L’ho pregato in ogni maniera e alla fine me l’ha visitato. Una visita durata forse due minuti, ha detto che il bambino non aveva assolutamente nulla. Ma il bambino è peggiorato di giorno in giorno. Abbiamo deciso, col mio compagno, di andare in ospedale, al Brotzu. Il bambino aveva difficoltà a respirare e come hanno sentito polmoni e bronchi hanno richiesto l’immediato ricovero. Il bambino aveva una broncopolmonite con broncospasmo. Il ricovero è durato 5 giorni. Vi scrivo per aiutare me e tutte le mamme di Mogoro, a dar voce a questa problematica. Un problema grave, dove chi ci rimette sono i bambini piccoli e non. Nel 2024 restare senza un punto di riferimento per bambini, riguardante le cure mediche, è vergognoso. Per chi come me non ha patente viene difficile andare da un pediatra all’infuori del paese, senza contare che i pediatri nei paesi limitrofi sono pieni zeppi di pazienti”.










