È durato 20 minuti l’incontro tra Michele Fresi e il gip di Tempio, Marco Contu. Il 27enne che ha ucciso a bastonate il padre, il noto orafo Giovanni, ad Arzachena, ha scelto di non rispondere alle domande ma ha rilasciato, alla presenza del suo avvocato Pierfranco Tirotto, dichiarazioni spontanee: “Non ricordo di avere ucciso mio papà, avevo assunto molti acidi e vedevo gli alieni, era come se fossi in un film dell’orrore”. È lo stesso legale del giovane che conferma, a Casteddu Online, le poche ma chiare parole dette da Fresi. Il giovane assumeva droga da tempo e anche due notti fa, il padre, chiamato da alcuni conoscenti, si era precipitato fuori da un locale del centro di Arzachena per riportarlo a casa. Una volta giunti davanti all’ingresso, però, Michele Fresi ha preso una bastone di legno e ha colpito alla testa Giovanni, sino a fracassargli il cranio. L’orafo è morto poco dopo il suo arrivo in ospedale per le gravissime ferite riportate e i carabinieri hanno bloccato l’assassino dopo qualche ora, mentre quasi nudo e scalzo, e sempre agitando il bastone con una mano, stava seminando il panico fuori da un altro locale della cittadina del nord Sardegna.
Si tratta comunque di affermazioni delle quali gli investigatori dovranno tenere conto, quelle fatte da Fresi: dal suo racconto è emersa l’assunzione di una grossa quantità di Lsd: “Ha detto di ricordarsi ciò che è successo prima e dopo l’omicidio del padre”, aggiunge l’avvocato Tirotto, “e di sentirsi braccato da tutti”. Michele Fresi resta ovviamente in carcere per il reato di omicidio. E Arzachena, il giorno del funerale di Giovanni Fresi, si prepara a vivere una giornata molto triste con tanto di proclamazione di lutto cittadino.











