Continua senza sosta la ricerca della verità da parte dei familiari di Manuela Murgia, ritrovata senza vita a 16 anni nel canyon di Tuvixeddu nel 1995. Fiaccolate e appelli social che si sono intensificati dopo le novità degli ultimi sulle indagini, a cominciare dai risultati degli esami autoptici effettuati dal Professor Demontis. Poco fa, sulla pagina dedicata alla giovane “Giustizia per Manuela Murgia”, è apparso un nuovo post della famiglia, convinta che chi ha fatto del male a Manuela sia molto molto vicino al luogo in cui la la giovane è stata ritrovata. “Perché proprio lì? Tuvixeddu. Un canyon di roccia e silenzio, scolpito dal tempo e dall’abbandono”, si legge nel post. “Un luogo che un tempo custodiva i morti con rispetto, oggi profanato per nascondere la vergogna. Chi ha scelto quel punto lo conosceva. Sapeva che li la terra non parla, che la luce arriva solo a tratti, e che gli echi si perdono tra i cunicoli. Chi ha portato il corpo lì, lo ha fatto non solo per nascondere… ma per zittire!”.
“Hanno scelto questo luogo perché era vicino, perché lo conoscevano, perché era buio, perché era losco come loro! Hanno cercato il punto esatto, dietro una curva in maniera che il corpo non fosse facile da notare! Hanno scelto l’ orario, e probabilmente era anche tutto premeditato! Nessuno entra in quel luogo ad occultare un corpo se non si sente sicuro dei suoi passi! E solo chi abitava in zone limitrofe aveva questa conoscenza!”.
“Abbiamo notato, come in molti casi di omicidio si ripete la storia del biglietto del parcheggio conservato con cura da mostrare al momento giusto! La storia si ripete, l’ assassino non costruisce i suoi alibi in una serata a tavolino. E Manuela sapeva cosa e chi l’aspettava, già da giorni prima! Il luogo del ritrovamento descrive l’assassino e mai la vittima”.










