Scoperte incredibili quelle che dal sottosuolo riemergono spolverando le pietre del passato: grande attenzione, più che mai, a uno dei siti archeologici che ultimamente hanno attirato l’attenzione di storici e appassionati. Un segnale importante che evidenziano come storia, arte e cultura riescano a catalizzare l’interesse e trovare abbondante soddisfazione in ciò che la terra Sarda da sempre riesce a offrire.
“Non ho mai avuto dubbi ma gli scavi continuano a darmi ragione” esprime Oppus.
“Non solo siamo in presenza di un vero e proprio villaggio, individuato dai prenuragici, costruito dai sardi dell’epoca nuragica e abitato poi anche da gente fenicia, nordafricana, dai Romani, bizantini e dai sardo giudicali, ma la presenza a pochi metri di una delle grandi “autostrade” storiche fa pensare a un grande luogo di passaggio e quindi di confronto.
Personalmente, più che da Sindaco ma da storico del territorio, non posso fare a meno di osservare che il “mito” del Granaio di Roma è più realtà di quanto si pensi”. “Una bomboniera di tesori” insomma, come ha commentato Pierluigi Montalbano, scrittore cagliaritano.
In quelle pianure in passato si è lavorato il grano, “l’oro per eccellenza” ed è certa la presenza delle truppe romane che sostarono anche nel territorio di Mandas “nel villaggio di Bangiu o di Senis, la zona si chiama Pranu de Senis, nelle varie campagne militari in Sardegna. Fra queste quella che vide opposti Galilenses ai Patulcenses”. Ora non resta che finire di comporre tutti i tasselli per stabilire cosa lega il complesso nuragico pentalobato all’impero Romano.